sabato 5 maggio 2012

Ron si racconta a Martina Franca

     Seduto ai tavolini del Gran Caffè, a Martina Franca, Rosalino Cellamare, in arte Ron, si è mostrato come uomo, come persona: l’occasione è stata creata da Annalisa Mancino e Titti Semeraro, che con il Centro Culturale Valle d’Itria hanno approfittato della presenza del grande cantautore in concerto a Martina per parlare del libro «Ron si racconta», di Andrea Pedrinelli, sui quarant’anni di carriera musicale del «bambino che cantava ai girasoli».
     Stuzzicato dalle due presentatrici, Ron ha parlato a ruota libera, incantando il pubblico. Per il cantante la tradizione musicale italiana, legata ai testi, alla parola e ai suoi molteplici significati, che va ormai scemando in favore di una maggiore attenzione alle voci, che l’Italia ha sempre prodotto, messe in mostra nei reality. «È un fatto culturale» ha detto dispiaciuto «che in Italia non ci sia quasi più nessuno che scriva i propri testi. All’estero spesso c’è un maggior rispetto per l’arte: noi non abbiamo la pazienza di capire che una persona può farcela. Un cantante bravissimo che viene dalla strada per davvero, che suona nelle metropolitane, è stato “scoperto” in America e sta iniziando ad avere la sua notorietà: qui da noi una cosa del genere è ancora impensabile».
      Qualcosa che ha portato Ron a ricordare i suoi esordi: «quando dissi a mia madre “voglio fare il cantante” mi rispose: si, va bene, ma di lavoro che vuoi fare?». Essere cantante è stato descritto come un lavoro prima interno – nel cercare parole, musica, accordi – poi esterno, nell’incidere un disco, promuoverlo, e cantare in pubblico, desiderare la musica come impegno per sé e per gli altri, aiutando chi è in difficoltà – come i malati di SLA, cui Ron fa da testimonial per la ricerca. Rosalino Cellamare si è anche confidato con PugliaPress: le sue origini – nonno Cellamare è di Trani – gli fanno considerare la Puglia come «non solo un luogo d’origine, ma una terra magica, in cui ci si sente a proprio agio, capace di donare serenità», e, riveliamo noi, anche ispirazione: «un posto capace anche di smuovere la mia enorme pigrizia: stamani, al risveglio, ho preso in mano la chitarra e ho iniziato a scrivere qualcosa. Non perdo mai nulla, registro tutto». Chissà che il prossimo successo non sia nato proprio qui, a Martina.

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