Seduto
ai tavolini del Gran Caffè, a Martina Franca, Rosalino Cellamare, in arte Ron,
si è mostrato come uomo, come persona: l’occasione è stata creata da Annalisa
Mancino e Titti Semeraro, che con il Centro Culturale Valle d’Itria hanno
approfittato della presenza del grande cantautore in concerto a Martina per
parlare del libro «Ron si racconta», di Andrea Pedrinelli, sui quarant’anni di
carriera musicale del «bambino che cantava ai girasoli».
Stuzzicato dalle due
presentatrici, Ron ha parlato a ruota libera, incantando il pubblico. Per il
cantante la tradizione musicale italiana, legata ai testi, alla parola e ai
suoi molteplici significati, che va ormai scemando in favore di una maggiore
attenzione alle voci, che l’Italia ha sempre prodotto, messe in mostra nei
reality. «È un fatto culturale» ha detto dispiaciuto «che in Italia non ci sia
quasi più nessuno che scriva i propri testi. All’estero spesso c’è un maggior
rispetto per l’arte: noi non abbiamo la pazienza di capire che una persona può
farcela. Un cantante bravissimo che viene dalla strada per davvero, che suona
nelle metropolitane, è stato “scoperto” in America e sta iniziando ad avere la
sua notorietà: qui da noi una cosa del genere è ancora impensabile».
Qualcosa
che ha portato Ron a ricordare i suoi esordi: «quando dissi a mia madre “voglio
fare il cantante” mi rispose: si, va bene, ma di lavoro che vuoi fare?». Essere
cantante è stato descritto come un lavoro prima interno – nel cercare parole,
musica, accordi – poi esterno, nell’incidere un disco, promuoverlo, e cantare
in pubblico, desiderare la musica come impegno per sé e per gli altri, aiutando
chi è in difficoltà – come i malati di SLA, cui Ron fa da testimonial per la
ricerca. Rosalino Cellamare si è anche confidato con PugliaPress: le sue
origini – nonno Cellamare è di Trani – gli fanno considerare la Puglia come «non
solo un luogo d’origine, ma una terra magica, in cui ci si sente a proprio
agio, capace di donare serenità», e, riveliamo noi, anche ispirazione: «un posto capace
anche di smuovere la mia enorme pigrizia: stamani, al risveglio, ho preso in
mano la chitarra e ho iniziato a scrivere qualcosa. Non perdo mai nulla,
registro tutto». Chissà che il prossimo successo non sia nato proprio qui, a
Martina.
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