giovedì 31 maggio 2012

Ecco la nuova giunta comunale


Il sindaco Ancona mantiene l'urbanistica, Pasquale Lasorsa è vicesindaco

Alle 15:30 è nata la nuova giunta comunale, la giunta Ancona: dopo una sola riunione tra i vari esponenti indicati, durata poco più di un paio d'ore, i nuovi assessori si sono presentati ai giornalisti.
Il sindaco Franco Ancona ha voluto mantenere la delega all'urbanistica, perché, ha dichiarato, «sarà un'attività principale della nuova amministrazione, e desidero che sia di esempio di garanzia per tutti». Il vicesindaco è Pasquale Lasorsa, che sarà anche assessore al contenzioso, patrimonio, turismo, politiche della sicurezza (cioé la gestione dei vigili urbani) e affari generali.
A occuparsi di ecologia, ambiente, politiche giovanili, sport e tempo libero sarà invece Stefano Coletta; Nunzia Convertini sarà assessore alle politiche economiche e dello sviluppo, mentre Lorenzo Basile avrà il compito di badare al bilancio, programmazione, personale e politiche comunitarie. Antonio Scialpi si occuperà di beni culturali, diritto allo studio e attività culturali. A Donatella Infante sono state affidate le politiche sociali e servizi alla persona, mentre Franco Convertini ha la delega ai lavori pubblici.


lunedì 28 maggio 2012

Piazza Moro, inaugurazione a presto?

Lecci in piazza Aldo Moro - photocourtesy govalleditria.it
     Scaduti i lavori per piazza Moro, a Locorotondo, la scorsa settimana, c'è chi si lamentava dei ritardi nella consegna dell'opera. Il 20 maggio avrebbe dovuto esserci la consegna della piazza completamente rinnovata, ma per quel giorno le impalcature non davano segno di dover essere smontare a breve. La scadenza originaria era stata posticipata per lo studio di una variante al progetto, ma, ricorda il consigliere Antonio La Ghezza «la ditta dovrà pagare ogni giorno una mora se non giustifica i ritardi».
     Ritardi che nessuna ditta ha intenzione di pagare, naturalmente, visto che in questo caso la giustificazione è anche valida: il piano inferiore della piazza è concluso, la pavimentazione del piano superiore quasi completamente, mancano però i lecci che dovranno essere rimessi al loro posto. Il ritardo dovrebbe essere stato causato (involontariamente) dalla ditta De Grecis, che si è occupata dell'espianto degli alberi che ornavano la vecchia piazza, della loro  cura e manutenzione per un anno in un vivaio. L'unico albero che è perito nel frattempo, hanno fatto sapere gli esponenti della ditta, era già malato prima dell'espianto e difficilmente sarebbe sopravvissuto comunque. Sarà sostituito, assicurano, con una pianta dello stesso tipo, di simile età e grandezza, così come previsto dal contratto. Se anche entro tre anni dopo la posa in piazza qualche albero dovesse perire, verrà sostituito da loro.
     Nella mattina di oggi, 28 maggio, curiosi e vecchietti sono stati lieti di rivedere un camion enorme e una gru: portavano gli alberi che sono stati rimessi nelle loro vasche. C'è chi tende a lamentarsi dicendo «mi pare che quell'albero non fosse così prima» oppure «quell'albero lo riconosco, prima era girato dal lato opposto»: ma sono poca cosa, pochissima, soprattutto se ci si ricorda di quello che successe l'anno scorso, quando il professor Campanella si legò a uno dei vecchi lecci per protesta.
     A lavori quasi conclusi, quindi, è prevedibile che tra pochi giorni si potrà passeggiare di nuovo davanti al Comune di Locorotondo. Il sindaco Tommaso Scatigna è visibilmente soddisfatto, e ha cercato di assicurarsi che la piazza sarà rinnovata e pienamente agibile prima di San Rocco, così che le celebrazioni patronali possano svolgersi con tranquillità. «Stiamo facendo di tutto» ha dichiarato  con tranquillità il sindaco ai giornalisti «come avevamo promesso gli alberi sono ritornati al loro posto». Una rigenerazione, quella di piazza Aldo Moro, che è stata fatta anche in memoria del sindaco Giorgio Petrelli: per questo forse l'amministrazione comunale potrebbe festeggiare insieme  la riapertura della piazza e la memoria del suo primo cittadino scomparso il 23 giugno del 2010.



domenica 27 maggio 2012

Comizio di ringraziamento di Franco Ancona


     Per un’ora abbondante, e sotto un sole cocente, il comizio di ringraziamento di Franco Ancona ha visto alternarsi alcuni esponenti della coalizione vincente al microfono del podio. A presentarsi per prima sul palco è stata Nunzia Convertini, segretaria del Pd, che ha esordito facendo notare che «ci presentiamo a voi senza bandiere, perché Franco Ancona non è il sindaco di una parte della città, ma di tutti».

     A seguire altri due esponenti del Partito Democratico, come Arianna Marseglia, con toni accorati, ha ricordato come sebbene «la crisi morda, noi abbiamo la voglia e la forza di rilanciare l’economia martinese»; e Gianni Palmisano, presentatosi come «il candidato più giovane», il quale ha avuto l’umiltà di riconoscere che «questa non è la nostra, ma la vostra vittoria: noi siamo i vostri dipendenti. Il Comune d’ora in avanti potrà essere guidato da delle persone che saranno a completa disposizione dei cittadini, che potranno venire da noi, consiglieri eletti, che li accoglieremo chiedendo solo: “in cosa possiamo esservi utili?”. Saremo al servizio della città».

     Un ringraziamento sentito anche quello di Martino Carrieri «è grazie a voi concittadini che avete creduto in noi, nel nostro progetto, che un giovane di 24 anni come me è potuto entrare in consiglio comunale; grazie a un movimento, La Puglia per Vendola, e a Francesco Laddomada che ha scelto di creare una squadra di giovani. Saremo l’espressione di tutti voi, anche di chi non ci ha votato».

     Donatella Infante, di Sel, ha ammirato l’entusiasmo che ha circondato la vittoria di Franco Ancona, sottolineando come «ora a noi tocca il compito di non disperdere queste aspettative e trasformarle in realtà attraverso il lavoro amministrativo». Massafra (Federazione della Sinistra) ha gioito plaudendo alla «liberazione di Martina» dalla cattiva politica, auspicando che «Franco continui come ha fatto in campagna elettorale a girare per la città e per le campagne a raccogliere i bisogni dei cittadini e farli propri».

     Pasquale Lasorsa, ha plaudito a «un futuro diverso per questa città», ricordando come la scelta di non apparentarsi sia stata vincente «perché ha consentito di mantenere compatta e coesa la nostra coalizione, senza cedere alle lusinghe di apparentamenti che ne avrebbero inficiato la governabilità». «Vogliamo portare a questa città» ha continuato in crescendo «un cambiamento vero: è finita l’epoca in cui si faceva una politica di tutela degli interessi privati di pochi».

     Applaudito dalla folla si è poi avvicinato al podio Franco Ancona: «Grazie» ha detto «grazie di cuore». Ha ringraziato i cittadini per averlo sostenuto con il loro voto «anche ridondante», che il neosindaco con modestia non ritiene diretto tanto a sé, alla sua persona, quanto a ciò che rappresenta, ovvero «il cambiamento per questa città». Ha proseguito anche ringraziando «i candidati sindaci avversari e i candidati consiglieri di tutte le liste per aver profuso il loro impegno, sia pure con progetti politici differenti, per la nostra Martina: perché è dal confronto democratico con loro, dalla sana competizione democratica, che la città può ripartire dopo un anno di commissariamento». Ha proseguito nei ringraziamenti nominando Luciano Violante, ospite d’onore che ha ascoltato il comizio insieme agli altri cittadini, gli studenti fuorisede che lo hanno sostenuto, e peri i quali ha voluto dire che «il cambiamento significa anche creare le condizioni per le quali chi va fuori, anche all’estero, a studiare può un giorno tornare a Martina per poter mettere a frutto quanto appreso». Ha ringraziato l’informazione locale, che ha consentito ai cittadini di conoscere meglio quali fossero i progetti dei candidati, e ha ringraziato i giovani «per averci dato fiducia quando abbiamo detto loro che essi saranno la nuova classe dirigente, come infatti è avvenuto con i nuovi consiglieri comunali».

     Dopo i ringraziamenti, il neosindaco ha messo i cittadini al corrente delle sue intenzioni: «la nostra prima preoccupazione sarà il bilancio: il commissario prefettizio ci lascia senza aver approvato il consuntivo del suo anno di permanenza, né aver preparato il bilancio dei prossimi mesi. Entro la fine di giugno dovremo lavorare, anche notte e giorno, per mettere i conti a posto». Dopo aver sistemato il bilancio e verificato le disponibilità delle casse comunali, con i vincoli del patto di stabilità, Franco Ancona ha annunciato che «verificheremo la reale presenza di avanzi di bilancio delle passate amministrazioni come è apparso in alcuni giornali» per mettere quei fondi a disposizione dei cittadini se il patto di stabilità lo consentirà. Metterli a disposizione significa anche «se possibile, diminuire la pressione fiscale sui cittadini».

     «C’è chi governa e chi comanda» ha ricordato il sindaco «e noi vogliamo governare, non comandare». Ha ricordato che bisognerà aspettare la proclamazione ufficiale dei voti da parte della commissione elettorale per poter sapere chi siederà in consiglio comunale, e che nel frattempo, però, vorrebbe potersi già presentare con una giunta «scelta con i criteri della capacità, della presenza giovanile e femminile» per affrontare i problemi più urgenti. «Serve l’unità di tutti quanti» ha detto concludendo il suo discorso «Useremo il confronto dell’opposizione per lavorare democraticamente, perché noi siamo una grande città e vogliamo che i giovani e tutti i cittadini sentano come propria questa nuova amministrazione comunale». Tra gli applausi scroscianti della folla, Franco è stato letteralmente agguantato a sorpresa dai candidati che lo hanno attorniato, afferrato e sollevato per aria urlando «Fran-co! Fran-co!» mentre il povero sindaco, rosso in viso, ha avuto paura di cadere sul palco: nessun problema, i membri della sua maggioranza lo hanno sostenuto bene e all’unisono. Dovranno continuare così.


sabato 26 maggio 2012

Gli studenti di Martina: “Melissa Bassi una di noi”

     Magliette bianche per contrastare il nero della mafia, della morte. Magliette bianche in memoria di Melissa Bassi, studentessa uccisa a Brindisi, a meno di ottanta chilometri da noi. Magliette bianche per dare modo ai ragazzi di tutte le scuole di Martina, dalle elementari alle superiori, di sentirsi uniti nel ricordo di una studentessa come loro che adesso non c’è più. A guidare il corteo i bambini, che hanno chiesto al sindaco di stare con loro: Franco Ancona, in mezzo a loro, sembrava quasi un padre di famiglia che, tenendo per mano i bambini, li accompagna a scuola.
     Dietro di loro i ragazzi più grandi, che portavano due striscioni con su scritto “La legalità cresce sui banchi di scuola” e “Gli uomini muoiono, le idee restano”. Mentre i ragazzi marciavano sono partiti spontanei degli applausi e degli slogan, come “Melissa Bassi una di noi”. Arrivati davanti alla Basilica di San Martino gli studenti sono entrati, accolti da Don Franco Semeraro, mettendo i loro striscioni bene in vista sull’altare, quasi come un’offerta; e hanno offerto le loro parole di condanna dell’attentato di Brindisi con calore, con passione, con intelligenza.
     «Non ci importa chi sia il colpevole» ha detto una ragazza «ha raggiunto il suo scopo, ma ha fallito il suo essere umano». Significativo l’intervento del neoeletto sindaco Franco Ancona, che è partito da un accenno alla seconda guerra mondiale e dalla strage di vite umane che vi si è consumata per ribadire l’incomprensione della crudeltà. «La scuola è il ponte tra voi e il futuro» ha detto agli studenti «non dobbiamo lasciarci spaventare dall’incomprensione del male, ma dobbiamo lavorare perché non possa prendere mai il sopravvento nei nostri cuori».
     Parole di conforto sono giunte anche da Don Franco Semeraro: «se avanza la notte dobbiamo essere uniti e stare insieme affinché il giorno arrivi più presto». La notte dell’anima, le tenebre, simbolo eterno del male, sono ricacciate indietro da questi ragazzi in maglia bianca, che si sono uniti dandosi la mano all’invito di preghiera di Don Franco, «affinché il giorno sia più forte della notte che avanza».


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sabato 19 maggio 2012

Attentato scuola Brindisi, siamo tornati agli anni di piombo?

     Melissa Bassi, nata a Mesagne, era una studentessa che frequentava il Falcone di Brindisi. Stamani è morta a causa di una bomba, con un'esplosione violentissima che ha frantumato anche i vetri della scuola e degli edifici vicini. Un cassonetto che non doveva essere lì, che è stato spostato dagli attentatori, posto in un punto sempre trafficato di studenti e professori che attendono di entrare a scuola. Anche una seconda studentessa, colpita all'addome, è grave ed è in sala operatoria. Tra i presenti al Pronto Soccorso, i funzionari della Digos hanno rifiutato di rivelare i nomi perché «non tutti i genitori sono stati avvisati». Sette ragazzi sono feriti, con ustioni su tutto il corpo.
     Un evento terribile, peggio di quanto, meno di una settimana fa, si commentava sulla gambizzazione di un dirigente dell'Ansaldo. Un evento terribile nella sua insensatezza: perché ci chiediamo chi poteva volere la morte di ragazzini innocenti? Alfredo Mantovano, raggiunto al telefono da TeleNorba, ha preso in considerazione il nome della scuola, intitolata a Giovanni Falcone, la vicinanza al tribunale, la vicinanza al ventennale della strage di Capaci. Ma sono spiegazioni che non convincono, per le quali è necessario fare uno sforzo per trovare una motivazione plausibile. La vicinanza del Tribunale non spiega l'evento, perché il cassonetto era stato spostato verso la scuola. 
     E allora chi? E perché? La gravità di questo atto criminoso fa soltanto scrollare il capo, incapaci di uscire fuori dallo sconcerto. Forse gli anni di piombo stanno tornando, forse dovremmo ricordare quella canzone di De André, il bombarolo, quando diceva che «Per strada tante facce / non hanno un bel colore, / qui chi non terrorizza / si ammala di terrore, / c'è chi aspetta la pioggia / per non piangere da solo».

venerdì 18 maggio 2012

Studenti in festa per il progetto Comenius

     Dalle 16:00 in poi il palco in Piazza Maria Immacolata è stato occupato non da un candidato sindaco, ma dagli studenti dell’istituto Battaglini, condotti dalla dirigente Angela Luigia Loparco. Insieme ai ragazzi della Blueberry School (Gran Bretagna) condotti da Marion Mills, quelli della Hans Alfred Keller di Siegburg (Germania), portati da Conny Huhn e con gli studenti della Základní škola di Bruntál (Repubblica Ceca) guidati da Mirka Mohrová, hanno cantato i rispettivi inni nazionali, preceduti da quello europeo, l‘inno alla gioia.
     Tra bandiere che garrivano al vento, ragazzine avvolte nel tricolore a simboleggiare l’Italia, bambini tedeschi biondissimi (se no che tedeschi sarebbero?) con i calzoncini corti verdi con le bretelle tirolesi e ragazzine con costumi tipici regionali della Moravia, gli astanti hanno visto avvicendarsi canti, musica, citazioni di grandi della letteratura e poesie, il tutto rigorosamente bilingue: le presentazioni di ciò che avveniva sul palco erano lette da una ragazzina italiana e da un piccolo suddito di sua maestà britannica.
     «Un momento di gioia, di allegria» ha detto la dirigente Loparco «il coronamento di un progetto che va avanti da due anni». Dello stesso avviso anche le altre insegnanti, felicissime di essere lì. Tutte a lodare la bellezza dell’Europa e del sentirsi europei, dell’imparare a parlare altre lingue, dell’ascoltare altri suoni e altra musica; a ricordare la possibilità di essere cittadini europei, quando poco più di mezzo secolo fa i nonni – o meglio, i bisnonni – dei bambini che erano sul palco si sono fatti la guerra. Tutto vero, verissimo: la fratellanza tra i popoli è il lato positivo dell’Unione Europea che viene spesso dimenticato in favore dei problemi economici che ha creato. A sentir parlare di cittadinanza, vedere questi bambini sventolare la bandiera europea e cantarne l’inno, però, non era difficile evitare di chiedersi: ci sarà ancora l’Unione Europea quando arriveranno all’età del voto?


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martedì 15 maggio 2012

Ecco i nuovi voti di lista (quasi) ufficiali al 15 maggio


La commissione elettorale del Comune di Martina Franca ha finito di esaminare i verbali delle sezioni oggi alle 18:10. Pur non proclamando ufficialmente i voti di lista, ha eliminato gli errori di attribuzione delle sezioni 8 e 38, dove l'assegnazione dei voti era stata invertita, e del seggio 10, dove lo stesso verbale non era stato compilato completamente. Nella riunione di domani dovrebbe ufficializzare questi risultati, pur riservandosi di riesaminare alcuni casi dubbi, con discrepanze di due o tre voti al massimo.
Ecco i nuovi dati in grassetto, con indicati in corsivo i vecchi valori:
 
voti di lista  al riconteggio del 15 maggio
voti di lista proclamati l'8 maggio
differenza di conteggio
percentuale al 15 riconteggio del maggio
percentuale ufficiale all'8 maggio
Idea Lista
1797
1797
0
6,50%
6,51%
Pdl
5654
5643
+11
20,44%
20,44%
Puglia Prima di Tutto
1471
1520
-49
5,32%
5,50%
La Destra
1244
1203
+41
4,50%
4,36%
Alleanza di Centro - Pionati
58
74
-16
0,21%
0,27%
Udc
3689
3606
+83
13,34%
13,06%
Api
406
626
-220
1,47%
2,27%
Udeur
285
285
0
1,03%
1,03%
Mpa
419
456
-37
1,51%
1,65%
Io Sud - Consumatori
1110
1071
+39
4,01%
3,88%
Cambiamo Martina
1017
977
+40
3,68%
3,54%
Rifondazione - Comunisti italiani
221
213
+8
0,80%
0,77%
Movimento Puglia per Vendola
956
977
-21
3,46%
3,54%
Pd
6451
6315
+136
23,32%
22,87%
Idv
1757
1725
32
6,35%
6,25%
Sel
1126
1124
+2
4,07%
4,07%
      
TOTALE:
27661
27612
   
Questi nuovi dati non cambiano significativamente i risultati già ottenuti dai rispettivi partiti. Chi indubbiamente guadagna voti è il Pd, con 136 voti in più, seguito dall'Udc con 83. Chi perde maggiormente è invece l'Api, con 220 voti in meno, seguita da Puglia Prima di Tutto, che ne perde 49. Idea Lista e Udeur non hanno invece subito alcun cambiamento.
Nelle sezioni 8 e 38, come si sapeva già da tempo, ci sono stati degli errori di comunicazione dei verbali, dove i voti di una lista - ad esempio, del Pd - sono stati erroneamente attribuiti ad Api, quelli di Api a La Destra, questi ultimi alla lista Adc-Pionati e così via. Nel seggio 10, invece, il verbale non era stato compilato in modo completo, così che alcuni voti non sono stati inizialmente attribuiti.
Ci sono stati alcuni casi dubbi: riguardo alla sezione 1, ad esempio, si è discusso se le preferenze siano state assegnate in modo corretto in alcune liste. La lista Puglia Prima di Tutto ha lì 21 voti come da verbale, ma dai tabulati delle preferenze ne risulterebbero 22; l'Idv avrebbe 29 voti, ma ne risultano 27. Probabilmente si è trattato di errori di trascrizione, in quanto a seguito dell'esame del verbale della sezione in questione un candidato (Carbotti) ha avuto una preferenza prima verbalizzata e poi cancellata, cosa che potrebbe benissimo spiegare la differenza di un voto. In casi di attribuzione dubbia, infatti, la commissione si è attenuta strettamente a quanto prescritto dalla legge, cioè alla prevalenza di quanto scritto nel verbale. Possono esserci stati errori materiali di trascrizione, come nella sezione 2, dove c'è il dubbio se Pizzigallo (Udc) abbia avuto 16 o 6 voti. Si tratta però in genere di errori che possono essere facilmente scoperti, come l'assegnazione di 67 invece di 167 voti al Pd nel seggio 9: da un breve ricontrollo delle altre parti del verbale si è facilmente scoperto l'errore.
Se si dovesse accettare l'interpretazione avanzata da Leo Cassano per la redistribuzione dei seggi, si dovrebbe procedere, dopo la nomina del primo cittadino, ad attribuire i seggi ai candidati a sindaco perdenti secondo i voti di lista o coalizione. Per farlo si dovrebbero attribuire a mo' di prova i 24 seggi disponibili con il metodo d'Hondt, per stabilire chi ottiene un seggio oppure no. Chi ne è escluso non ottiene un seggio: in questo caso Raffaella Spina, pur ottenendo quaranta voti in più dal riconteggio, è esclusa dall'attribuzione, mentre Franco Mariella dovrebbe poter ottenere un seggio.
Una interpretazione sostenuta informalmente, a margine, dalla commissione elettorale, sulla questione pare aver trovato una via di mezzo tra quanto sostenuto tra Leo Cassano e quanto finora detto - l'attribuzione di 15 seggi ai vincenti contro 9 seggi all'opposizione. Secondo questa interpretazione i tre ex-candidati sindaci perdenti che appaiono avere almeno un seggio con il calcolo d'Hondt riducono a sei il numero di seggi da assegnare effettivamente all'opposizione.
Questi i probabili risultati secondo questa interpretazione:

Se al ballottaggio vince Ancona, l'attribuzione dei seggi sarebbe la seguente:
Maggioranza a 15: Pd (11), Idv (2), Sel (1) Puglia per Vendola (1);
Candidati perdenti: Udc (1), La Destra (1), Io Sud-Consumatori (1)
Opposizione a 6: Pdl (3), Udc (2), Idea Lista (1)

Se invece al ballottaggio vince Marraffa, l'attribuzione dei seggi sarà questa:
Maggioranza a 15: Pdl (10), Idea Lista (3), Puglia Prima di Tutto (2)
Candidati perdenti: Udc (1), La Destra (1), Io Sud-Consumatori (1)
Opposizione a 6: Pd (3), Udc (2), Idv (1)