Ieri 20 aprile si è tenuta una
riunione, indetta dai sindacati, dei lavoratori di ITN. Giuseppe Massafra,
della Filctem CGIL, ha fatto il punto della situazione: «oggi compiano un anno
di cassa integrazione» ha detto «ma non c’è ancora una soluzione definitiva. È
possibile che il lavoro, il futuro dei lavoratori martinesi, di una delle più
grandi e rinomate aziende non sia il primo punto all’ordine del giorno dei
candidati a sindaco?». Affermazioni che considerano il futuro della città: si
tratta infatti di comprendere quale sarà il futuro lavorativo di oltre 140
operai – ma sarebbe più giusto chiamarli con il loro nome, cioè maestranze
sartoriali altamente qualificate. Il primo maggio, giornata dei lavoratori,
scenderanno in piazza per far presente a tutti il rischio che il 30 del mese
possano esserci lettere di licenziamento.
«Noi vogliamo trovare al più presto
possibile una soluzione insieme ai vertici aziendali, con lo stesso Nardelli,
in una sede istituzionale dove possano essere presenti i consiglieri regionali
del luogo, le autorità politiche, perché si tratta di 140 famiglie il cui
futuro è incerto» ha continuato Massafra, concludendo «Noi siamo disponibili:
se c’è la volontà un accordo lo si troverà sicuramente». Il consulente del
lavoro di ITN, Antonio Antonasi, ha apprezzato l’intenzione delle
rappresentanze sindacali di voler trovare un compromesso, sottolineando che
«dalla chiusura dell’azienda perderemmo tutti, me compreso», ma ha anche fatto
presente che nonostante la disponibilità al dialogo mostrata in passato si
tratta di ristrutturare la produzione aziendale.
Entrambi sono stati d’accordo
nel dire che la capacità e la manualità delle maestranze sartoriali va
continuamente aggiornata e tenuta in allenamento, poiché se questi lavoratori
rimangono fermi le loro capacità diminuiranno. Commentando la crisi e la
produzione cinese che ha invaso i mercati, un decano dei lavoratori, che a
giudizio unanime «sa smontare e rimontare un vestito solo con uno sguardo» ha
ricordato come la qualità dei capi sartoriali d’importazione sia diminuita con
il tempo, preferendo le industrie orientali specializzarsi nei capi sportivi e
di produzione massificata, cosa che rende un prodotto di qualità Made in Italy
un elemento che ha più possibilità di competere sul mercato internazionale
d’alta moda di quanto non ne avesse prima, solo che si riesca ad andare avanti
tutti insieme.
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