Michele Marraffa, candidato sindaco per il Pdl, sostenuto anche da La Puglia Prima di Tutto e dalla lista civica Idea Lista, ha inaugurato l'apertura del comitato elettorale di via Decio Raggi con la presentazione dei suoi candidati. Mentre ai lati della sala sono stati messi dei cartelloni riguardanti i punti programmatici del candidato, in fondo, dietro un bancone da lavoro poggiato su due cavalletti, campeggia un grande manifesto di Michele Marraffa retto da un mezzo meccanico; a contorno della scena, un paio di caschi protettivi gialli. Questa la cornice di apertura dei "Cantieri Marraffa".
Quest'ultimo, dopo aver salutato i presenti, ha voluto chiamare uno per uno al tavolo tutti i candidati consiglieri presenti per ringraziarli del loro sostegno, stringendo loro la mano e consegnando simbolicamente una copia del programma elettorale. «Sono quattro pagine che cambieranno la storia di Martina» ha spiegato Marraffa «fra trenta giorni cambieremo questa città». Un programma - questo - che ruota intorno a cinque punti cardine: amministrazione, ambiente, economia, sociale e cultura, e che promette «una grande rivoluzione culturale».
Tra i presenti, il consigliere regionale Gianfranco Chiarelli, che ha spronato i candidati a mettere tutto il loro impegno e le loro energie al servizio della città. È stato letto anche un messaggio del commissario Calvosa che invita i candidati a una campagna sobria, cui Marraffa ha deciso di aderire e ha invitato i propri candidati consiglieri a fare altrettanto. «Chiediamo scusa alla città per il fastidio che le daremo in questi trenta giorni» ha detto Marraffa «comunque non sporcheremo i muri negli spazi che non ci sono stati assegnati né sporcheremo per terra cn volantini». La propaganda elettorale consigliata è stata quella "porta a porta": «Dovete andare da tutti quelli che conoscete e dire che siete candidati con quel pazzo fottuto [sic] di Michele Marraffa, un pazzo che vuole cambiare Martina», ha detto il candidato sindaco, ripetendo anche il concetto: «siate folli, siate voi stessi».
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