È iniziata con le note dell’inno
nazionale la celebrazione dei 150 anni della Camera di Commercio di Lecce, nel
convegno promosso da Unioncamere al Teatro Paisiello su “Lo sviluppo del
Mezzogiorno – proposte e contributi delle camere di commercio”. Tra le
personalità intervenute c’era Antonio Maria Gabellone, presidente della
provincia di Lecce, Paolo Perrone, sindaco di Lecce che sta correndo per il suo
secondo mandato, la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, più
altri esponenti come l’assessore regionale Dario Stefano. A coordinare
l’incontro ha provveduto il giornalista Marcello Favale, che ha presentato i
relatori Alfredo Prete, pres. della camera di commercio di Lecce, e Ferruccio Dardanello,
pres. nazionale di Unioncamere.
I loro interventi hanno trattato il tema dello
sviluppo possibile del Mezzogiorno e in particolare della Puglia insieme ai
professori Aldo Bonomi e Francesco Lenoci. Ciò che è emerso dai discorsi dei
partecipanti è la necessità – non solo per il Salento, ma per tutto il
meridione – che la rete delle camere di commercio faccia da collante e sostegno
per le imprese, le aiuti a fare sistema, a ottenere fidi bancari e liquidità,
mentre le imprese pugliesi devono rendersi conto che dovranno “correre” e
lavorare almeno il doppio non già per crescere quanto per mantenere la propria
posizione in un momento di crisi finanziaria.
Vi sono state forti accuse contro
il sistema bancario: «1019 miliardi di euro sono stati dati alle banche europee
per dare liquidità alle imprese e sostenerle, una misura mai vista prima, una
iniezione di denaro che avrebbe creato una crescita unica. Quei fondi però sono
stati sottratti alle imprese dalle stesse banche, che hanno tappato i loro
debiti e acquistato titoli di stato per speculare sui rendimenti, e nessuno ha
fatto un solo giorno di sciopero, nessuno ha protestato!». La manifestazione si
è poi conclusa con la premiazione di numerose aziende della provincia leccese
che hanno festeggiato gli oltre 100 anni di attività, con alcune punte di
eccellenza – aziende agricole e tenute nobiliari – che risalgono a metà
cinquecento e una finanche in pieno medioevo, con mille anni i attività.
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