giovedì 19 aprile 2012

Unioncamere e lo sviluppo delle imprese nel Mezzogiorno


     È iniziata con le note dell’inno nazionale la celebrazione dei 150 anni della Camera di Commercio di Lecce, nel convegno promosso da Unioncamere al Teatro Paisiello su “Lo sviluppo del Mezzogiorno – proposte e contributi delle camere di commercio”. Tra le personalità intervenute c’era Antonio Maria Gabellone, presidente della provincia di Lecce, Paolo Perrone, sindaco di Lecce che sta correndo per il suo secondo mandato, la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, più altri esponenti come l’assessore regionale Dario Stefano. A coordinare l’incontro ha provveduto il giornalista Marcello Favale, che ha presentato i relatori Alfredo Prete, pres. della camera di commercio di Lecce, e Ferruccio Dardanello, pres. nazionale di Unioncamere.

    I loro interventi hanno trattato il tema dello sviluppo possibile del Mezzogiorno e in particolare della Puglia insieme ai professori Aldo Bonomi e Francesco Lenoci. Ciò che è emerso dai discorsi dei partecipanti è la necessità – non solo per il Salento, ma per tutto il meridione – che la rete delle camere di commercio faccia da collante e sostegno per le imprese, le aiuti a fare sistema, a ottenere fidi bancari e liquidità, mentre le imprese pugliesi devono rendersi conto che dovranno “correre” e lavorare almeno il doppio non già per crescere quanto per mantenere la propria posizione in un momento di crisi finanziaria.

     Vi sono state forti accuse contro il sistema bancario: «1019 miliardi di euro sono stati dati alle banche europee per dare liquidità alle imprese e sostenerle, una misura mai vista prima, una iniezione di denaro che avrebbe creato una crescita unica. Quei fondi però sono stati sottratti alle imprese dalle stesse banche, che hanno tappato i loro debiti e acquistato titoli di stato per speculare sui rendimenti, e nessuno ha fatto un solo giorno di sciopero, nessuno ha protestato!». La manifestazione si è poi conclusa con la premiazione di numerose aziende della provincia leccese che hanno festeggiato gli oltre 100 anni di attività, con alcune punte di eccellenza – aziende agricole e tenute nobiliari – che risalgono a metà cinquecento e una finanche in pieno medioevo, con mille anni i attività.

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