Finanziamenti per il turismo: a Manduria sì, a Martina no. E ancora: a Cerignola sì, ad Alberobello no. Non è una novità, ma un dato di fatto. Si tratta dei fondi europei 2007-2013 per lo sviluppo regionale, inseriti nel quadro strategico nazionale 2007-2013 e portati avanti con i POIn, che, nelle loro parole, sono «lo strumento principale attraverso cui promuovere e sostenere lo sviluppo socio-economico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico in esse custodito».
Per dare l'idea dei fondi complessivi che sono mossi, diremo che le aree designate possono anche essere destinatarie di finanziamenti e cofinanziamenti di «grandi progetti», cioè quelli il cui «costo complessivo superi i 25 milioni di euro per interventi nel settore ambiente e i 50 milioni di euro per interventi in altri settori». Del resto, la dotazione complessiva dei fondi è di un miliardo di euro. Questo per dare un'idea dei soldi che avrebbero potuto essere convogliati qui da noi e che invece hanno preso altre strade. Gli obiettivi di questi finanziamenti sono quelli per i quali ognuno di noi sarebbe felicissimo di poter avere un'aiuto: e cioè di migliorare la ricettività e l'accoglienza dei turisti, il miglioramento dell'offerta turistica regionale, la valorizzazione del paesaggio e degli elementi naturali.
Per la regione Puglia sono state individuete due aree, due «poli», quello del Gargano e quello del Salento, che comprendono ognuno una serie di comuni ed una zona limitrofa. Ora, posso comprendere il Gargano con le sue scogliere e le foreste sui monti, ma mi chiedo come abbia fatto il Salento a chiedere e ottenere finanziamenti per la tutela de lu sule, lu mare e lu ientu. O perlomeno, come mai non si sia inserito anche un territorio come la Valle d'Itria che ha già un World Heritage Site, Alberobello, che è patrimonio Unesco, con vicino le grotte di Castellana, il barocco martinese, le abitazioni sparse, Locorotondo.
Inutile piangere sul latte versato, però una domanda è legittima. se questi fondi sono disponibili solo fino al 2013, cosa verrà dopo? Si discute già da oggi se l'Unione Europea potrà (o vorrà) destinare ancora dei fondi per lo sviluppo del Mezzogiorno, e quanti, visto che la crisi incombe. Una cosa è però sicura: se ci sarà un secondo piano settennale se ne dovrà discutere a breve, nel 2012, prima della scadenza di quello attuale, ed è possibile che si valuteranno i risultati ottenuti e chi è riuscito a crescere abbastanza da camminare con le proprie gambe non riceverà più fondi. Quindi? Bisogna capire cosa si sta facendo, e come, per poter rientrare di diritto in uno scenario che veda la Puglia portare avanti tre poli turistici, e non più solo due.
Per dare l'idea dei fondi complessivi che sono mossi, diremo che le aree designate possono anche essere destinatarie di finanziamenti e cofinanziamenti di «grandi progetti», cioè quelli il cui «costo complessivo superi i 25 milioni di euro per interventi nel settore ambiente e i 50 milioni di euro per interventi in altri settori». Del resto, la dotazione complessiva dei fondi è di un miliardo di euro. Questo per dare un'idea dei soldi che avrebbero potuto essere convogliati qui da noi e che invece hanno preso altre strade. Gli obiettivi di questi finanziamenti sono quelli per i quali ognuno di noi sarebbe felicissimo di poter avere un'aiuto: e cioè di migliorare la ricettività e l'accoglienza dei turisti, il miglioramento dell'offerta turistica regionale, la valorizzazione del paesaggio e degli elementi naturali.
Per la regione Puglia sono state individuete due aree, due «poli», quello del Gargano e quello del Salento, che comprendono ognuno una serie di comuni ed una zona limitrofa. Ora, posso comprendere il Gargano con le sue scogliere e le foreste sui monti, ma mi chiedo come abbia fatto il Salento a chiedere e ottenere finanziamenti per la tutela de lu sule, lu mare e lu ientu. O perlomeno, come mai non si sia inserito anche un territorio come la Valle d'Itria che ha già un World Heritage Site, Alberobello, che è patrimonio Unesco, con vicino le grotte di Castellana, il barocco martinese, le abitazioni sparse, Locorotondo.
Inutile piangere sul latte versato, però una domanda è legittima. se questi fondi sono disponibili solo fino al 2013, cosa verrà dopo? Si discute già da oggi se l'Unione Europea potrà (o vorrà) destinare ancora dei fondi per lo sviluppo del Mezzogiorno, e quanti, visto che la crisi incombe. Una cosa è però sicura: se ci sarà un secondo piano settennale se ne dovrà discutere a breve, nel 2012, prima della scadenza di quello attuale, ed è possibile che si valuteranno i risultati ottenuti e chi è riuscito a crescere abbastanza da camminare con le proprie gambe non riceverà più fondi. Quindi? Bisogna capire cosa si sta facendo, e come, per poter rientrare di diritto in uno scenario che veda la Puglia portare avanti tre poli turistici, e non più solo due.
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