Questa è una terra di paradossi. Si chiama valle, ma non è in montagna. È un territorio collinare, però senza colline. È qui che nascono i trulli, che nessuno, fino a qualche decennio fa, chiamava con questo nome. Casedde, così erano noti. Piccole case. Case di campagna, create utilizzando le pietre che abbondano nel terreno carsico e ricco di grotte. Il territorio della Valle d'Itria coincide, a voler essere proprio stretti nella sua definizione, all'avvallamento tra Martina Franca, Locorotondo e Cisternino. praticamente, con il punto d'incontro tra le province di Taranto, Bari e Brindisi. Se ci si vuole allargare, invece, è una fascia dell'altopiano delle Murge: quello con i versanti più scoscesi, più ripidi. Volendo tracciare un territorio definito, si parte a nord dai costoni rocciosi della Selva di Fasano, che passando per Laureto finiscono a Ostuni. Qui il territorio discende seguendo grossomodo i confini comunali, passando per la grotta di Figazzano, e arrivando a sud fino a Specchia Tarantina. Da qui, passando per Masseria Lupoli, si continua per l'Orimini fino ad arrivare al bosco delle Pianelle, e poi, puntando a nord, verso Masseria Mongelli, per arrivare a includere Alberobello, Coreggia e chiudere il cerchio ideale alla Selva di Fasano. Sono i territori dei comuni di Martina, Alberobello, Locorotondo e Cisternino, ma anche, in minima parte, di Fasano, per la Selva, di Castellana Grotte, per l'enclave della contrada San Lorenzo nel territorio alberobellese, e soprattutto di Ostuni. Bisogna ricordare che Contrada Difesa, tra Martina e Cisternino, appartiene a quest'ultima, ma porta ancora il nome di Difesa di Ostuni.
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