«I’m very disappointed». Sono molto delusa. Questo è il giudizio di una turista londinese in visita a Martina Franca. Giudizio, si badi bene, rivolto non alla città ma ai suoi servizi turistici. Stiamo parlando di una famiglia numerosa in vacanza, con fratelli, zii e nipoti che ha deciso di passare le vacanze in valle d’Itria affascinata dall’idea di vedere i trulli e scoprire il vino locale e piatti tipici, ma che non è riuscita a trovare una guida turistica che parlasse in inglese, né un ufficio di informazioni turistiche aperto. Un gruppo di turisti stranieri che non sa se ci siano dei musei da visitare, a quale costo e in che orari, non sa se la Basilica di San Martino fosse aperta ai turisti o meno, non ha ricevuto consigli su ristoranti che potessero offrire piatti tipici, ha avuto difficoltà a trovare dei negozi di souvenir, fino a tornare tre volte nello stesso negozietto di Locorotondo per sperare di trovarlo aperto.
«I trulli sono bellissimi», così ci hanno detto. Turisti felicissimi di poterci soggiornare dentro, che però non sanno cosa vedere in giro né cosa fare per avere dei souvenir. Per questi era stato dato loro un consiglio: di andare a Martina Franca mercoledì perché c’è il mercato (!). Si aspettavano un mercatino per turisti, un luogo dove poter comprare ricordini, e invece hanno trovato – oltre alla pioggia – normalissime bancarelle. Nel loro agriturismo hanno trovato due vecchie brochure, di cui solo una in un inglese incerto, che pubblicizzavano un ristorante di Alberobello e una trattoria di Locorotondo, senza che però accennassero né ai prezzi, né a menù turistici o ai piatti tipici della zona. Non avevano idea di cosa si potesse visitare a Martina: sono stati attirati dal centro storico, ma non sapevano che ci fosse un palazzo ducale con sale affrescate del settecento, né noi, in tutta onestà, abbiamo saputo dire quali fossero gli orari di apertura al pubblico, né se ci fossero delle visite guidate nel pomeriggio.
L’impressione che abbiamo avuto è che i turisti che capitano a Martina arrivino quasi per caso. Sempre più infatti chi passa per la nostra città non fa parte di gruppi organizzati, ma si muove a gruppetti di parenti o amici, piccoli nuclei familiari con figli e nipoti che intendono passare una vacanza rilassante, lontani dal caos delle metropoli. Sono attirati da una enogastronomia che è però poco sviluppata, così come dall’aspettativa di trovarsi in un posto ricco di storia e cultura a causa dei trulli. Questi ultimi suscitano curiosità e interesse soprattutto nei più piccoli, e in molti, prima di passare per Alberobello, credono che i trulli siano abitazioni arcaiche, non in uso, e sono estasiati dall’idea di poterci soggiornare. Quando passeggiano per le vie dei centri storici, i turisti stranieri sono attenti a non perdersi per i vicoli e cercano una zona dove trovare negozietti pieni di souvenir per qualche ricordino, come a Ostuni e Alberobello. Se Locorotondo e Cisternino sono più piccole, e i negozietti del centro sono tutto sommato vicini tra loro, a Martina non ci sono quasi più i negozi in corso Vittorio Emanuele, che pure rappresenta la strada principale di passeggio per chi, dai pressi dello Stradone, cammina fino ad arrivare al Caffè Tripoli.
pannello informativo a La Lama |
Quanto è attrattiva Martina per un turista che viene dall’estero e non sa cosa lo aspetta? Cosa fa la città per ottenere denaro dai turisti? Quali servizi offre? Queste sono le domande semplici, di base, da cui si deve partire se si vuole che il turismo diventi un motore per l’economia locale. In passato qualcuno ha avuto l’idea di mettere dei pannelli esplicativi davanti ad alcuni palazzi, con testi in italiano e inglese e qualche foto. Ora, a parte il fatto che molti turisti non se ne sono accorti perché non c’è qualcosa che da lontano faccia capire che ci sono delle informazioni, sapete che fine hanno fatto? Molti sono rotti, alcuni quasi divelti dalla strada, altri coperti da piante ornamentali o da spray colorati. Provate ad andare vicino a La Lama, su via Mercadante: uno spaccato bellissimo del centro storico martinese, dove di uno di questi pannelli rimane solo un pezzo del plexiglass sul quale era stato stampato. È un buon esempio di come sia oggi la situazione del turismo a Martina.
Ai turisti incontrati abbiamo voluto chiedere: ritornerete? «Si, ci piacerebbe» hanno risposto «ma vorremmo un po’ più di organizzazione».
L'analisi è impietosa ma corrisponde alla triste realtà. La speranza è che chiunque abbia il compito di amministrare la città nei prossimi anni abbia innanzitutto la visione della città inserita in un sistema integrato con il territorio e che occorre avere l'umiltà di ascoltare tutte le forze operanti sul territorio, ma anche il coraggio di prendere decisioni nel supremo interesse della collettività.
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