Adriana Poli Bortone, Rocco
Monaco e Franco Mariella hanno accolto sabato sera nella sala del Park Hotel
San Michele i partecipanti alla presentazione della lista di Io sud e Pidc
(partito italiano dei consumatori), che porta Mariella come candidato sindaco, con
le note musicali del Nessun dorma. Mentre
fuori infuriava la pioggia, che ha ritardato l’inizio della manifestazione e
ridotto il numero degli interessati, l’addetto stampa Domenico Fumarola ha
presentato i vari esponenti alternatisi al podio, alternando persone più e meno
esperte.
Dopo un’introduzione di Rocco Monaco, che ha parlato di «una città,
Martina, che è stanca e vuole cambiare», il candidato Marco Colucci ha parlato
della situazione disastrata del parco delle Pianelle, di contrada Giuliani, e dei
luoghi dell’agro troppo spesso trascurati, mentre Angioletto Gianfrate ha
ricordato il proprio impegno personale in favore della città lanciando inoltre
un appello alla stampa per una campagna elettorale senza veleni. Rossella
Durante, affacciatasi per la prima volta nell’agone politico, ha detto che
«bisogna tirare fuori il meglio di noi», mentre la coordinatrice di Io Sud Angela
Carrieri ha proposto l’inserimento di un codice etico nello statuto comunale.
Il
candidato Franco Mariella ha ricordato nel suo discorso le battaglie contro il
sistema degli stipendi d’oro autoreferenziali dei dirigenti dell’amministrazione
comunale, ha parlato di «ex assessori all’ambiente che oggi da candidati promettono
un nuovo appalto per la raccolta dei
rifiuti» e li ha accusati di inerzia e incapacità: «cosa hanno fatto allora,
quando potevano agire?». Le sue invettive si sono rivolte soprattutto verso
Michele Marraffa e Michele Muschio definiti «le due facce della stessa
medaglia, i due mali della nostra città, il PdL-1 e il PdL-2». Ha poi concluso
la serata la senatrice Adriana Poli Bortone che ha incoraggiato i candidati e i
presenti dicendo che «nessuno a Martina può pensare di imporsi al primo turno:
perciò noi possiamo arrivare al ballottaggio, e vincere», spronando tutti a
darsi da fare per «un’Italia migliore che parta dei localismi, dalla riscoperta
delle capacità della piccola e media impresa di portare avanti l’economia».
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