lunedì 30 aprile 2012

FantaElezioni: c'è chi ha messo un viaggio in palio

     Quanto più passa il tempo, tanto più le elezioni si avvicinano e molti cittadini sperano di non trovarsi più la cassetta della posta intasata di santini elettorali, foglietti con visi sorridenti sotto la porta, o peggio ammassi arrotolati di pubblicità dei centri commerciali accanto ai volantini elettorali. Fa una certa tristezza vedere questi foglietti colorati appiccicati ai parabrezza delle auto, con slogan generici o da salvatori della patria - ma dove erano finora molti di questi signori se non al governo della città?

     C'è chi sta cercando di collezionarli tutti: a Martina Franca ci sono, oltre i sei candidati sindaci, 372 candidati, anzi 371 dopo l'esclusione di Petrosino. Questo fatto sta creando per i collezionatori un meccanismo di economia pura: i rari santini di Petrosino, «Da sempre al servizio della gente» sono  ormai quotatissimi e chi ce li ha se li tiene stretti. Un Petrosino nuovo, non spiegazzato, infatti, pare che al mercato nero dei santini valga in cambio almeno una lista intera di altri pezzi rari. I più difficili da trovare sono quelli dei candidati di Federazione della Sinistra (qualcuno sospetta che non abbiano nemmeno stampato dei santini) e quelli di Sel, mentre altri sono più inflazionati. Ci sono poi, per gli stessi candidati, numerosi doppioni, come il Tonino Fumarola con il maglione verde e quello con il maglione blu. Gli amatori del genere cercano Pasqualino Gianfrate "detto Strazzone" di Idea Lista perché un nome così non merita di finire nella spazzatura, ma a volte cadono negli equivoci e si chiedono se il Donato Pentassuglia nella coalizione dell'Udc, di cui non si riesce a trovare un santino neanche a pagarlo oro, sia il consigliere regionale (del Pd) o no. Non lo è.

     A Castellaneta il sito www.vivicastellaneta.it/ c'è il FantaElezioni: una versione politica del fantacalcio, con un regolamento e un premio in gioco (un viaggio) per chi riuscirà a indovinare la "squadra", i 16 candidati che riceveranno il maggior numero di preferenze. E a Martina? Tra amici si ventila l'ipotesi che nei retrobottega della Snai e del calcioscommesse c'è chi dia il tale o il tal'altro candidato vincente o perdente, alimentando un giro di scommesse. Si punta sulle liste stimando all'incirca il numero di voti che potrebbero prendere.
     Io dico: e perché non fare per Martina un gioco del genere? Sono sicuro che molti parteciperebbero, e gli appassionati di fantacalcio sguazzerebbero. Tanti, troppi, stanno in questi giorni provando a indovinare voti o a quotare candidati. Le regole del FantaElezioni prevedono che si possa creare una lista xyz dove far confluire quelli che si ritengono saranno i più suffragati, indipendentemente dalle liste, quelle vere, di appartenenza: il 9 maggio si vedranno i risultati. Quando però l'ho proposto ad alcuni amici c'è stato un consenso quasi unanime sui primi nomi cinque o sei da inserire, e i dubbi più atroci dopo. Sapete cosa significa?

     Le certezze su chi siederà sugli scranni del consiglio comunale martinese sono poche, pochissime: tranne sei o sette nomi al massimo c'è la più grande confusione. Sono elezioni strane, difficili da prevedere, secondo un po' tutti. Ci sono molte variabili difficili se non impossibili da misurare: un centrosinistra unito (e quando mai a Martina?), un centrodestra frazionato con almeno quattro candidati che nascono dal Pdl e da quel bacino di utenza vi prendono i voti; una lista civica nata in segno di protesta per il verticismo del Pdl che ha prima proclamato e poi ritirato le primarie.

     I più informati seguono i comizi, sommano e sottraggono voti quando conoscono un candidato o lo si sente parlare: ma l'oratoria, pare, inganna molto. Infatti, spesso ci sono candidati che, pur parlando con pochi argomenti, sanno tenere la folla, sono istrionici; ci sono candidati incapaci di parlare al pubblico (che pure prenderanno molti voti per clientele e parentele) e ce ne sono altri capacissimi, ma che si scontrano invece con un ambiente, quello martinese, in cui praticamente quasi ogni cittadino conosce, è amico o ha un parente nell'uno o nell'altro schieramento. Sarà difficile che qualcuno vinca al primo turno. Vedremo cosa accadrà il 20 maggio.



venerdì 27 aprile 2012

Locorotondo, il 25 aprile divide invece di unire

     I componenti del consiglio comunale locorotondese avranno pensato che il buongiorno si vede dal mattino, quando un uomo, originario di Fasano, ha aggredito verbalmente — e, se non l'avessero trattenuto, anche fisicamente — l'assessore all'urbanistica, Martino Santoro per motivi poco chiari.
     Il sindaco Tommaso Scatigna si è sentito in obbligo di riferire la sua risposta al Movimento Primavera e ai locorotondesi che su Facebook hanno dato vita a una polemica accesa, causata dalla mancata esposizione della bandiera tricolore dal municipio lo scorso 25 aprile. Di questo evento sono state date le più varie interpretazioni dentro e fuori i social network: dall'irrisione della data da festeggiare, alla presunta avversione della giunta di centrodestra ai festeggiamenti della liberazione del nazifascismo. «Niente di tutto questo» ha fatto sapere il sindaco «ma il cerimoniere, che si occupa egregiamente del suo lavoro in queste ricorrenze era in ferie».
     Si sarebbe trattato di un caso, una disattenzione dunque. Spiegazione che viene però contestata come poco convincente, e si rincara la dose chiedendo a Luca De Michele, coordinatore di Giovane Italia di Locorotondo, associazione il cui presidente è il vicesindaco Claudio Antonelli, di eliminare commenti ritenuti denigranti al 25 aprile come «il 25 aprile io festeggio solo San Marco». Antonelli ha fatto sapere sulla piazza virtuale che «se si rende necessaria una dichiarazione, mi dissocio da alcune dichiarazioni personali fatte da alcuni componenti del gruppo del quale sono presidente».

lunedì 23 aprile 2012

Confcommercio interroga i candidati


Ieri, domenica 22 aprile si è tenuto un incontro promosso da Confcommercio con i sei candidati sindaci di Martina: a ognuno sono state fatte domande differenti, vertenti su sviluppo sostenibile, liberalizzazioni, mobilità e turismo, dai membri del direttivo dell’associazione, che rappresenta in città oltre 400 operatori del settore commerciale, turistico e dei servizi. Alla base la considerazione che Martina ospita circa il 10% delle imprese della provincia (4.400 su 42.000), e che il loro numero è in diminuzione a causa della crisi.
Michele Muschio Schiavone ha ricordato come nel suo programma ci sia l’intento di «migliorare il decoro urbano nelle zone commerciali, di rendere funzionali dei distretti urbani cui si devono dare servizi, parcheggi e sicurezza». La salvaguardia del patrimonio artistico, inoltre, «dovrebbe essere condotta in collaborazione con le associazioni di categoria».
Michele Marraffa ha detto di non avere «alcuna soluzione personale», e ha esortato i commercianti a darsi da fare: «siete voi che dovete avere le idee chiare», idee che possono essere messe in pratica dall’amministrazione tramite un ufficio per il commercio. Ha quasi accusato i presenti dicendo: «dovete cambiare mentalità, darvi da fare, mettervi in discussione perché parlate di turismo ma non siete aperti all’ospitalità, non c’è un ristorante che abbia i menù in inglese».
Franco Mariella ha rilevato «la necessità di fare sistema» e l’impossibilità di continuare una linea autoritaria, sorda alle richieste dei cittadini, precisando al tempo stesso che per essere uniti è necessario «smussare le spigolosità tra le categorie». Un accenno è stato fatto anche alla creazione, come da programma, di «100 botteghe nel centro storico», da aiutare tramite la «non necessità di aumentare le tasse».
Leo Cassano ha parlato di turismo e sviluppo economico, e dell’intenzione de La Destra di far rinascere la rete urbana tramite i «flussi di persone da paesi vicini». Per fare questo è necessario «rimbiancare il centro storico» e «convincere le persone più anziane che il rumore notturno si può sopportare, perché significa locali che lavorano».
Raffaella Spina ha sostenuto la necessità di «un gruppo di studio per la mobilità, per evitare che i tir continuino a passare per le vie del centro», ripensando anche la viabilità della zona industriale. Inoltre, ha parlato della «grande responsabilità del turismo», e del dovere di «mettere in pratica i distretti urbani del commercio, per evitare che rimangano sulla carta, coinvolgendo le associazioni, semplificando e detassando manifestazioni ed eventi».
Franco Ancona ha rimarcato come «riqualificare aree urbane è il primo passo per migliorare la vivibilità e attirare i turisti, perché non possiamo far venire persone in una città sporca» sostenendo specificatamente che «non è più il tempo di un’edilizia espansiva, ma conservativa, che aiuti le giovani coppie con redditi precari a trovare casa».
A chiudere la manifestazione, la proiezione del video delle telecamere di un negozio che, a 30 metri dalla stazione dei Carabinieri, è stato svaligiato. L’intervento infuocato del presidente provinciale di Confcommercio ha alzato il tono: «basta, basta, basta! Siamo stanchi di promesse del passato non mantenute».
È un peccato che il tempo sia tiranno e che i candidati fossero impegnati in altri confronti, poiché sarebbe stato molto più interessante sentire i candidati rispondere ognuno alle stesse domande, in modo da poter fare dei confronti più efficaci. Ad ogni modo i commercianti presenti hanno avuto la possibilità di sentire risposte su temi a loro più vicini, per cui riassume tutto una frase detta alla fine della manifestazione da uno dei membri di Confcommercio venuto da Taranto: «non sono di Martina, ma se dovessi votare qui, devo dire che mi sono fatto un’idea abbastanza chiara».

sabato 21 aprile 2012

Il futuro delle confezioni: le incertezze dei lavoratori ITN


     Ieri 20 aprile si è tenuta una riunione, indetta dai sindacati, dei lavoratori di ITN. Giuseppe Massafra, della Filctem CGIL, ha fatto il punto della situazione: «oggi compiano un anno di cassa integrazione» ha detto «ma non c’è ancora una soluzione definitiva. È possibile che il lavoro, il futuro dei lavoratori martinesi, di una delle più grandi e rinomate aziende non sia il primo punto all’ordine del giorno dei candidati a sindaco?». Affermazioni che considerano il futuro della città: si tratta infatti di comprendere quale sarà il futuro lavorativo di oltre 140 operai – ma sarebbe più giusto chiamarli con il loro nome, cioè maestranze sartoriali altamente qualificate. Il primo maggio, giornata dei lavoratori, scenderanno in piazza per far presente a tutti il rischio che il 30 del mese possano esserci lettere di licenziamento.

     «Noi vogliamo trovare al più presto possibile una soluzione insieme ai vertici aziendali, con lo stesso Nardelli, in una sede istituzionale dove possano essere presenti i consiglieri regionali del luogo, le autorità politiche, perché si tratta di 140 famiglie il cui futuro è incerto» ha continuato Massafra, concludendo «Noi siamo disponibili: se c’è la volontà un accordo lo si troverà sicuramente». Il consulente del lavoro di ITN, Antonio Antonasi, ha apprezzato l’intenzione delle rappresentanze sindacali di voler trovare un compromesso, sottolineando che «dalla chiusura dell’azienda perderemmo tutti, me compreso», ma ha anche fatto presente che nonostante la disponibilità al dialogo mostrata in passato si tratta di ristrutturare la produzione aziendale.

     Entrambi sono stati d’accordo nel dire che la capacità e la manualità delle maestranze sartoriali va continuamente aggiornata e tenuta in allenamento, poiché se questi lavoratori rimangono fermi le loro capacità diminuiranno. Commentando la crisi e la produzione cinese che ha invaso i mercati, un decano dei lavoratori, che a giudizio unanime «sa smontare e rimontare un vestito solo con uno sguardo» ha ricordato come la qualità dei capi sartoriali d’importazione sia diminuita con il tempo, preferendo le industrie orientali specializzarsi nei capi sportivi e di produzione massificata, cosa che rende un prodotto di qualità Made in Italy un elemento che ha più possibilità di competere sul mercato internazionale d’alta moda di quanto non ne avesse prima, solo che si riesca ad andare avanti tutti insieme.

giovedì 19 aprile 2012

Il centro storico nei programmi dei candidati a Martina Franca

     Il centro storico: a Martina tutti ne sono fieri, qualcuno ci abita, pochi lo conoscono bene, ma pochissimi sanno di cosa ha bisogno. O almeno così appare dalla lettura dei programmi dei partiti politici presentatisi alle amministrative 2012. Controllando tutti i programmi presentati si nota che di centro storico ne parlano tutti, a volte con idee innovative, a volte in modo generico, a volte in modo oscuro. Analizziamo i programmi uno per uno.

     Il programma del centrosinistra menziona esplicitamente il centro storico un paio di volte, parlando di creare un «regolamento di manutenzione del centro storico, degli ambiti e degli immobili di valenza storica» e di «rivitalizzazione del centro storico attraverso un’azione urbanistica che definisca la centralità di questo patrimonio rispetto all’intero sistema urbano anche con piano delle facciate, piano delle insegne e incentivi per i residenti stabili». Le iniziative sono condivisibili, ma un po’ troppo generiche, se si esclude il piano delle insegne e delle facciate, che comunque sono elementi accennati e non approfonditi. Sugli incentivi per i residenti si può fantasticare apertamente: riduzione dell’ICI, pardon, dell’IMU? Parcheggi a pagamento ridotto nell’extramurale? Onestamente, non saprei cosa pensare. So però che il candidato Stefano Coletta, che nel centro storico ci abita, ha delle idee in più, che ha già esposto in un paio di occasioni pubbliche, riguardanti la posa di telecamere di sicurezza per rendere il centro storico una vera zona a traffico limitato, la standardizzazione di tavoli e superfici per bar e ristoranti, un servizio di guide turistiche per far visitare gli angoli del centro storico altrimenti ignorati.

     La Destra ha un programma sul turismo in cui il centro storico è citato più volte, vuoi come scenario vuoi come elemento principale delle azioni proposte: parte da «un controllo delle aree del centro storico» e da una riqualificazione di base su «luce, pulizia stradale, pulizia dei muri dalle scritte vandaliche, intonaci, deposito spazzatura, fioriere alle balconate» che va poi a crescere in numerose misure più o meno fatibili a seconda dei soldi in cassa del comune e della possibilità di intervento. Il problema è però che questo piano si semplifica nei discorsi del candidato Leo Cassano come un semplice rimbiancare – anzi, allattare – i muri delle case, misura perlomeno palliativa, che fa pensare al fatto che probabilmente non ha considerato a fondo il programma scrittogli da Davide Ronza.

     Nel programma di Io Sud e del Partito italiano dei Consumatori si chiama il nostro centro come “centro storico”, “centro antico”, o “area del C.A.” in un burocratese che personalmente non mi aspetterei di vedere da parte di chi fa della semplificazione amministrativa e della sburocratizzazione un cavallo di battaglia. Hanno delineato inoltre delle linee programmatiche simili, sia nei contenuti che nella genericità, a quelle del centrosinistra: “piano dei servizi, piano delle facciate, piano delle insegne e regolamento degli interventi edilizi, riduzione IMU per le residenze stabili e creazione di una rete wi-fi”. La creazione di una rete wireless – che immagino gratuita – è sicuramente un elemento che andrebbe approfondito maggiormente: molti cittadini infatti sarebbero felicissimi di poter disdire un contratto (telecom, infostrada, vodafone, etc.) se il Comune potesse offrire loro gratuitamente una rete internet wi-fi. Non capisco però la limitazione al solo centro storico dell’iniziativa: forse che gli abitanti del Carmine, di Fabbrica rossa o di sant’Eligio non ne hanno diritto? Probabilmente si tratterebbe di una prova, di installare il servizio in un luogo soltanto, vedere come funziona, che problemi crea, quantificare le spese e la reazione dei cittadini.

     Nelle «quattro pagine che cambieranno Martina», cioè il programma del PdL secondo la citazione del candidato sindaco Michele Marraffa, il “Centro Antico” è posto «al centro dell’azione» sull’asse culturale del programma «come grande contenitore culturale, luogo in cui le potenzialità inespresse possono trovare la loro giusta collocazione». Su cosa fare posso aderire pienamente a questa proposta. Non c’è il come. Quali sono le potenzialità inespresse? A naso, direi giovani qualificati, laureati, senza lavoro. Come collocarle? Si parla nel programma, ma credo riferendosi all’intera città e non solo al centro storico, che tutte le risorse cittadine devono fare sistema tra loro.

     Al centro storico è invece dedicato un intero capitoletto del programma di Cambiamo Martina. Si parla di riqualificazione e di alcuni progetti ormai abbandonati tempo fa: cioè la creazione di «un museo permanente a Casa Cappellari, che racconti la storia di Martina […] con degustazioni di prodotti tipici nelle diverse stanzette». Si parla di nuovo delle ordinanze per imbiancare le facciate, di «pulizia costante del basolato» che è effettivamente imbruttito dalle migliaia di chiazze nere delle gomme da masticare ormai indelebili, di detassazione per IMU e TARSU dei residenti nel centro storico. Un’ accenno che vedo con un punto interrogativo è «adeguare il centro storico di una adeguata illuminazione che consenta la valorizzazione dello stesso», che oltre a sembrare scritto in un burocratese involuto – probabilmente si tratta di una frase più lunga, poi accorciata – mi incuriosisce riguardo il contenuto. Quale può essere una adeguata illuminazione? Se una volta, lo ricordo benissimo quando ero piccolo, i vecchi lampioni in ferro battuto erano rotti, o mal funzionanti, adesso funzionano tutti senza problemi. È possibile che si intenda la sostituzione delle lampadine a gas con altre a led per il risparmio energetico, ma è una mia interpretazione.

     Dulcis in fundo, il programma dell’UdC e dei suoi alleati ha un paragrafo intero dedicato al centro storico. «Una operazione ormai necessaria» leggiamo «è il recupero del centro storico. L’originario centro storico vive un momento di degrado edilizio e, per questo, è stato abbandonato dai cittadini residenti e dagli esercenti commerciali, riducendosi ad un mero agglomerato di abitazioni disabitate o abitate in condizioni al margine della legittimità e del decoro, lungo una via principale che rimane l’ultimo baluardo della testimonianza attiva martinese».
     Dopo aver letto questo paragrafo io, che abito nel centro storico, mi sono chiesto sinceramente da quanto tempo il redattore di questo programma non si sia fatto due passi per i vicoli del centro storico: evidentemente limita le sue passeggiate in quella “via principale” che immagino parta dallo stradone fino ad arrivare a Piazza Maria Immacolata. Evidentemente, perché bisogna ricordare che mai come oggi il centro storico è stato restaurato nella sua quasi totalità, è abitato in modo garbato e abbastanza pulito. Inoltre, quando è stato “abbandonato” dai cittadini – parliamo degli anni ’60 e ’70 – ciò è stato fatto perché nel centro storico non erano presenti quei servizi che oggi sono comuni dappertutto – il gas metano, la fognatura, l’acqua potabile corrente, l’elettricità. Ci sono poi fior di palazzi abitati da eredi delle vecchie famiglie aristocratiche martinesi, o da altri, che sono spesso mantenuti come dei gioielli, e che magari aspettano qualcuno che li apra ai turisti, che potrebbero ammirarne gli interni affrescati o i cortili settecenteschi.
     Come si vorrebbe recuperare invece il centro storico? Continuiamo a leggere: «il piano generale [si parla di piano urbanistico, n.d.r.] deve necessariamente comporsi di un particolareggiato del Centro Storico, con l’obiettivo di rendere possibile un effettivo recupero dell’area antica tramite, innanzitutto, la riqualificazione e la ristrutturazione degli edifici con regole di intervento meno rigide ed in linea con la sua peculiarità architettonica ed urbanistica». Cioè, se ho capito bene, il recupero del centro storico si otterrebbe con “regole meno rigide”? esatto, perché continua «regole in deroga, per rendere effettivi e pratici gli interventi di recupero e di riqualificazione, devono essere previste anche rispetto all’allocazione di attività produttive».
     Mi è suonato un campanello d’allarme: ma tutti i negozi e le attività commerciali del centro storico non sono già, nella stragrande maggioranza dei casi, operanti in deroga? Questo riguarda, ad esempio, le regole su bagno e antibagno, che spesso non è possibile avere come previsto per la particolarità dei locali. Se ci sono già le deroghe, allora di cosa si sta parlando? Il regolamento edilizio della città di Martina Franca, all’art.31 stabilisce: «Nel centro storico è vietata l’istallazione di insegne luminose a bandiera, la costruzione di vetrine sporgenti sul suolo pubblico, le tabelle ed ogni altra legenda in contrasto con l’ambiente architettonico». Vogliamo andare in deroga a questa regola? Non credo, anzi, probabilmente Michele Muschio Schiavone sarebbe d’accordo nell’inasprirla per mantenere le peculiarità architettoniche.

Unioncamere e lo sviluppo delle imprese nel Mezzogiorno


     È iniziata con le note dell’inno nazionale la celebrazione dei 150 anni della Camera di Commercio di Lecce, nel convegno promosso da Unioncamere al Teatro Paisiello su “Lo sviluppo del Mezzogiorno – proposte e contributi delle camere di commercio”. Tra le personalità intervenute c’era Antonio Maria Gabellone, presidente della provincia di Lecce, Paolo Perrone, sindaco di Lecce che sta correndo per il suo secondo mandato, la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, più altri esponenti come l’assessore regionale Dario Stefano. A coordinare l’incontro ha provveduto il giornalista Marcello Favale, che ha presentato i relatori Alfredo Prete, pres. della camera di commercio di Lecce, e Ferruccio Dardanello, pres. nazionale di Unioncamere.

    I loro interventi hanno trattato il tema dello sviluppo possibile del Mezzogiorno e in particolare della Puglia insieme ai professori Aldo Bonomi e Francesco Lenoci. Ciò che è emerso dai discorsi dei partecipanti è la necessità – non solo per il Salento, ma per tutto il meridione – che la rete delle camere di commercio faccia da collante e sostegno per le imprese, le aiuti a fare sistema, a ottenere fidi bancari e liquidità, mentre le imprese pugliesi devono rendersi conto che dovranno “correre” e lavorare almeno il doppio non già per crescere quanto per mantenere la propria posizione in un momento di crisi finanziaria.

     Vi sono state forti accuse contro il sistema bancario: «1019 miliardi di euro sono stati dati alle banche europee per dare liquidità alle imprese e sostenerle, una misura mai vista prima, una iniezione di denaro che avrebbe creato una crescita unica. Quei fondi però sono stati sottratti alle imprese dalle stesse banche, che hanno tappato i loro debiti e acquistato titoli di stato per speculare sui rendimenti, e nessuno ha fatto un solo giorno di sciopero, nessuno ha protestato!». La manifestazione si è poi conclusa con la premiazione di numerose aziende della provincia leccese che hanno festeggiato gli oltre 100 anni di attività, con alcune punte di eccellenza – aziende agricole e tenute nobiliari – che risalgono a metà cinquecento e una finanche in pieno medioevo, con mille anni i attività.

mercoledì 18 aprile 2012

Raccolta differenziata: «per non essere deficienti»

     Tu sei differente o deficiente? Questa è la domanda che propone l’associazione Un’altra Martina, che sta cercando di promuovere, con la campagna “differenti o deficienti”, una cultura della raccolta differenziata. Hanno creato un video che ha avuto più di 500 visualizzazione in meno di una settimana e un gruppo su facebook con più di 2000 iscritti, dove si invitano i partecipanti a farsi delle foto mentre gettano i rifiuti nei cassonetti corrispondenti, si parla di Tarsu e di proposte per la raccolta dell’umido, della carta e della plastica. Parlando con Michele Lillo, coordinatore della campagna, e con Tonio Cantore, presidente dell’associazione, abbiamo potuto ottenere una serie di dati sulla raccolta differenziata e su come Martina Franca sia la pecora nera – la penultima – nella provincia di Taranto, con una raccolta differenziata ferma da sempre attorno al 4%, mentre già a Taranto è al doppio. I vicini comuni della valle d’Itria hanno comportamenti molto più virtuosi, dato che a Locorotondo la raccolta differenziata è intorno al 17%, a Cisternino al 19%, ad Alberobello al 24%. Per non parlare di Ceglie Messapica, città «riciclona», che ha ottenuto un premio da Legambiente per aver differenziato il 45% della propria immondizia. Lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è pagato dai cittadini tramite la Tarsu: gettando rifiuti, quindi, noi stiamo in pratica gettando dei soldi, poiché aumentiamo il costo dello smaltimento in discarica di materiali che non potranno essere più utilizzati. Come i rifiuti possono essere recuperati, così il nostro denaro: questo è il cavallo di battaglia della campagna “differenti o deficienti”.

martedì 17 aprile 2012

Mariella: «Muschio e Marraffa i due mali della nostra città»


     Adriana Poli Bortone, Rocco Monaco e Franco Mariella hanno accolto sabato sera nella sala del Park Hotel San Michele i partecipanti alla presentazione della lista di Io sud e Pidc (partito italiano dei consumatori), che porta Mariella come candidato sindaco, con le note musicali del Nessun dorma. Mentre fuori infuriava la pioggia, che ha ritardato l’inizio della manifestazione e ridotto il numero degli interessati, l’addetto stampa Domenico Fumarola ha presentato i vari esponenti alternatisi al podio, alternando persone più e meno esperte.

     Dopo un’introduzione di Rocco Monaco, che ha parlato di «una città, Martina, che è stanca e vuole cambiare», il candidato Marco Colucci ha parlato della situazione disastrata del parco delle Pianelle, di contrada Giuliani, e dei luoghi dell’agro troppo spesso trascurati, mentre Angioletto Gianfrate ha ricordato il proprio impegno personale in favore della città lanciando inoltre un appello alla stampa per una campagna elettorale senza veleni. Rossella Durante, affacciatasi per la prima volta nell’agone politico, ha detto che «bisogna tirare fuori il meglio di noi», mentre la coordinatrice di Io Sud Angela Carrieri ha proposto l’inserimento di un codice etico nello statuto comunale.

     Il candidato Franco Mariella ha ricordato nel suo discorso le battaglie contro il sistema degli stipendi d’oro autoreferenziali dei dirigenti dell’amministrazione comunale, ha parlato di «ex assessori all’ambiente che oggi da candidati promettono  un nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti» e li ha accusati di inerzia e incapacità: «cosa hanno fatto allora, quando potevano agire?». Le sue invettive si sono rivolte soprattutto verso Michele Marraffa e Michele Muschio definiti «le due facce della stessa medaglia, i due mali della nostra città, il PdL-1 e il PdL-2». Ha poi concluso la serata la senatrice Adriana Poli Bortone che ha incoraggiato i candidati e i presenti dicendo che «nessuno a Martina può pensare di imporsi al primo turno: perciò noi possiamo arrivare al ballottaggio, e vincere», spronando tutti a darsi da fare per «un’Italia migliore che parta dei localismi, dalla riscoperta delle capacità della piccola e media impresa di portare avanti l’economia».

lunedì 16 aprile 2012

Michele Muschio Schiavone: «daremo un governo autorevole a questa città»

     Più che una presentazione delle liste, quella fatta venerdì sera al teatro Verdi da Michele Muschio Schiavone, candidato con UDC, MPA, API e Udeur è stata una miniconvention dal sapore un po’ berlusconiano, con hostess in minigonna, bandiere, consegna del programma di governo e della penna UDC per prendere appunti. Un teatro pieno fino al loggione, con ospiti di riguardo, mentre sul palco si sono alternati l’on. Pignataro in rappresentanza dell’MPA, che ha esordito dicendo che: «voi martinesi avete diritto ad aspirare ad un futuro migliore», mentre l’on. Tarantino, coordinatore provinciale dell’UDC ha sostenuto che il vero elettore attivo è colui che vota, non chi viene votato, e che Michele Muschio è «candidato alla vittoria per poter dare un cambiamento a questa città», mettendo però in guardia dalle tentazioni: «fare il sindaco in questo periodo è una cosa ingrata, perché i vincoli della finanza pubblica costringono spesso a dire di no». Sempre per l’UDC hanno parlato il presidente provinciale Antonio Scalera e Francesco Pastore, definitosi come «voce della società civile».
     Pietro Chiarelli, coordinatore provinciale Udeur, Antonio Cavallo, vice coordinatore provinciale di API, e Vincenzo Angelini, coordinatore provinciale di MPA, hanno ribadito la necessità di una nuova cultura politica e di un rinnovamento «che non può venire dai candidati che sono in consiglio comunale dagli anni ‘80». «Se le primarie del centrodestra non si sono fatte» ha ribadito Angelini «è stato a causa di un centrodestra che ha zittito i dissidenti anziché valorizzarli e far tesoro dei loro avvisi». Il presidente della provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, ha ricordato di essere stato anche lui «illuso da quella “luce azzurra” [il PdL, n.d.r.] che non ha saputo darci quello che prometteva» e ha rincarato la dose sostenendo che il PdL «non ha saputo né attirare turismo né far investire gli imprenditori». Il candidato sindaco, Michele Muschio Schiavone, ha accusato la precedente amministrazione, di cui lui era consigliere, di incapacità non tanto a causa dell’ex-sindaco Franco Palazzo, quanto di Michele Marraffa, che «ha impedito lo svolgimento delle funzioni amministrative e ha usato il suo ruolo per favorire i consiglieri suoi amici». Non è stato tenero nemmeno verso Franco Ancona, cui è stato tracciato un parallelismo con Franco Palazzo per età e storia personale, e cui è stato imputato «di non aver unito alcun centrosinistra, perché il suo schieramento è solo di sinistra, senza una componente moderata».

domenica 15 aprile 2012

Una rappresentanza nostrana agli stati generali della protezione civile

     Tra gli intervenuti agli stati generali della Protezione Civile, oltre alle autorità, a Monti e Napolitano, c'è anche l'alberobellese, ma naturalizzato martinese, Gianni Genco, che è stato uno dei 250 partecipanti in qualità diella sua delega di rappresentante a livello nazionale della FIR (Federazione Italiana Ricetrasmissione).

     Il capo dello Stato, sottolineando l'importanza del lavoro svolto dai volontari di Protezione civile, ha detto: «Rappresentate un'Italia speciale, l'Italia migliore», e ha concluso auspicando che «prevalga l'Italia migliore rispetto a quello che ci frena e alle difficoltà che viviamo a causa della crisi». L'evento, oltre ad avere una certa risonanza sui media nazionali per le dichiarazioni del capo dello stato, ha un suo significato profondo: l'ultima riunione degli stati generali della Protezione Civile è stata fatta 12 anni fa. La coordinazione di gruppi radio durante le emergenze è un elemento importante: durante alluvioni, terremoti e altre catastrofi naturali molto spesso saltano le normali linee di comunicazione, come telefoni o connessioni internet, e vi è l'assoluta necessità di una comunicazione da parte di operatori specializzati che possano indirizzare i soccorsi dove vi è una maggiore urgenza.

     Il compito che hanno affrontato gli stati generali riguarda l'organizzazione e le capacità di intervento: si è partiti dai problemi riscontrati durante le maggiori emergenze nazionali, come il terremoto aquilano, per cercare di capire cosa può essere migliorato nella gestione dei soccorsi e in che modo.

sabato 14 aprile 2012

70 anni di "Liceo Tito Livio"


     Il Liceo Classico Tito Livio ha festeggiato i 70 anni della sua denominazione presso la sala consiliare del Palazzo Ducale. Mentre nelle sale D’Avalos facevano bella mostra di sé numerose foto e documenti storici, come l’ordinanza dell’allora commissario prefettizio che ne sanciva la nascita come Ginnasio parificato quasi novant’anni fa, numerosi presenti – ex-studenti, professori e amanti di una istituzione scolastica – hanno ascoltato le parole del consigliere regionale Francesco Laddomada, intervenuto in vece dell’assessorato al diritto allo studio della Regione Puglia, di Eli Spalluto e del preside Giovangualberto Carducci. Il Liceo Classico, che negli anni è stato una palestra di giovani intelletti, ha preparato parte della classe dirigente locale, e si dispone a continuare il suo cammino formativo in un’ottica europea e multiculturale, come ha voluto auspicare anche il sen. Nessa, presente all’evento. Dopo un breve excursus storico sul Liceo, si è passati a una lectio magistralis di Giovanni Cipriani su Tito Livio e sulla regina Sofonisba, dopodiché è stato dato spazio al giovane quartetto jazz composto da Camillo Pace, Giovanni Angelini, Pasquale Mega e Claudio Chiarelli.

Gianni Florido: «Franco Ancona gentiluomo competente»

    Sala affollata a Park Hotel San Michele per la presentazione della lista del PD: per più di due ore e mezza si sono alternati sul podio i candidati consiglieri ed esponenti del centrosinistra come il segretario provinciale del PD Francesco Parisi, il presidente della provincia, Gianni Florido, e il consigliere regionale Donato Pentassuglia. La segretaria cittadina del PD, Nunzia Convertini, ha aperto la serata parlando della squadra creata per le elezioni, del programma, e della scelta unitaria del centrosinistra con Franco Ancona.

     Sono intervenuti l’ex consigliere uscente Romano del Gaudio, che ha sottolineato la difficoltà della passata amministrazione di centrodestra a operare per il bene di Martina, Arianna Marseglia, che ha posto l’accento sulla trasparenza amministrativa, così come Magda Balsamo, che ha rimarcato come spesso, «a troppe idee corrispondono pochi fatti» e che una maggiore trasparenza riduce la possibilità di sotterfugi. Il discorso di Stefano Coletta, interrotto da applausi, si è incentrato sul recupero della civiltà e sulla compartecipazione dei cittadini alla politica per rimettere in moto la città.

     Sulla difficoltà della situazione presente, sullo svantaggio da colmare rispetto alle città vicine in termini di turismo e raccolta dei rifiuti, sul recupero dei fondi europei e nazionali andati perduti a causa dell’incuria si sono invece spesi, a vario titolo, Giancarlo Mastrovito, Vito Pasculli e Lafornara, inserendosi in un ambito in cui Donato Pentassuglia ha parlato citando una serie di fatti concreti, e che sarà felice di potersi «sedere ad un tavolo con Franco Ancona sindaco quando verrà il presidente dell’ANAS a trattare sulla 172» sulla quale ha annunciato lo sblocco di alcuni fondi.

     Il presidente Florido, dopo aver accusato le passate amministrazioni di centrodestra di non aver saputo mantenere viva l’identità culturale martinese e di aver tradito le nostre capacità imprenditoriali, ha ammonito i candidati che «vincere non sarà facile» e che sarà necessario lavorare tanto e lavorare bene per poter arrivare alla guida della città, anche se si è dimostrato fiducioso nelle capacità dei martinesi di scegliere la squadra più compatta, definendo inoltre il candidato sindaco Franco Ancona come «un gentiluomo competente». Franco Ancona, chiudendo la presentazione, ha sottolineato: «noi non possiamo fare promesse, siamo onesti; cercheremo di fare tutto il possibile per risollevare la nostra città e per dare un futuro alle nuove generazioni».

venerdì 13 aprile 2012

POIn turismo: la valle d'Itria non esiste?

     Finanziamenti per il turismo: a Manduria sì, a Martina no. E ancora: a Cerignola sì, ad Alberobello no. Non è una novità, ma un dato di fatto. Si tratta dei fondi europei 2007-2013 per lo sviluppo regionale, inseriti nel quadro strategico nazionale 2007-2013 e portati avanti con i POIn, che, nelle loro parole, sono «lo strumento principale attraverso cui promuovere e sostenere lo sviluppo socio-economico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico in esse custodito».

     Per dare l'idea dei fondi complessivi che sono mossi, diremo che le aree designate possono anche essere destinatarie di finanziamenti e cofinanziamenti di «grandi progetti», cioè quelli il cui «costo complessivo superi i 25 milioni di euro per interventi nel settore ambiente e i 50 milioni di euro per interventi in altri settori». Del resto, la dotazione complessiva dei fondi è di un miliardo di euro. Questo per dare un'idea dei soldi che avrebbero potuto essere convogliati qui da noi e che invece hanno preso altre strade. Gli obiettivi di questi finanziamenti sono quelli per i quali ognuno di noi sarebbe felicissimo di poter avere un'aiuto: e cioè di migliorare la ricettività e l'accoglienza dei turisti, il miglioramento dell'offerta turistica regionale, la valorizzazione del paesaggio e degli elementi naturali.

     Per la regione Puglia sono state individuete due aree, due «poli», quello del Gargano e quello del Salento, che comprendono ognuno una serie di comuni ed una zona limitrofa. Ora, posso comprendere il Gargano con le sue scogliere e le foreste sui monti, ma mi chiedo come abbia fatto il Salento a chiedere e ottenere finanziamenti per la tutela de lu sule, lu mare e lu ientu. O perlomeno, come mai non si sia inserito anche un territorio come la Valle d'Itria che ha già un World Heritage Site, Alberobello, che è patrimonio Unesco, con vicino le grotte di Castellana, il barocco martinese, le abitazioni sparse, Locorotondo.

     Inutile piangere sul latte versato, però una domanda è legittima. se questi fondi sono disponibili solo fino al 2013, cosa verrà dopo? Si discute già da oggi se l'Unione Europea potrà (o vorrà) destinare ancora dei fondi per lo sviluppo del Mezzogiorno, e quanti, visto che la crisi incombe. Una cosa è però sicura: se ci sarà un secondo piano settennale se ne dovrà discutere a breve, nel 2012, prima della scadenza di quello attuale, ed è possibile che si valuteranno i risultati ottenuti e chi è riuscito a crescere abbastanza da camminare con le proprie gambe non riceverà più fondi. Quindi? Bisogna capire cosa si sta facendo, e come, per poter rientrare di diritto in uno scenario che veda la Puglia portare avanti tre poli turistici, e non più solo due.

Apertura dei "Cantieri Marraffa": «sono un pazzo fottuto che vuole cambiare la città»

     Michele Marraffa, candidato sindaco per il Pdl, sostenuto anche da La Puglia Prima di Tutto e dalla lista civica Idea Lista, ha inaugurato l'apertura del comitato elettorale di via Decio Raggi con la presentazione dei suoi candidati. Mentre ai lati della sala sono stati messi dei cartelloni riguardanti i punti programmatici del candidato, in fondo, dietro un bancone da lavoro poggiato su due cavalletti, campeggia un grande manifesto di Michele Marraffa retto da un mezzo meccanico; a contorno della scena, un paio di caschi protettivi gialli. Questa la cornice di apertura dei "Cantieri Marraffa".

     Quest'ultimo, dopo aver salutato i presenti, ha voluto chiamare uno per uno al tavolo tutti i candidati consiglieri presenti per ringraziarli del loro sostegno, stringendo loro la mano e consegnando simbolicamente una copia del programma elettorale. «Sono quattro pagine che cambieranno la storia di Martina» ha spiegato Marraffa «fra trenta giorni cambieremo questa città». Un programma - questo - che ruota intorno a cinque punti cardine: amministrazione, ambiente, economia, sociale e cultura, e che promette «una grande rivoluzione culturale».

     Tra i presenti, il consigliere regionale Gianfranco Chiarelli, che ha spronato i candidati a mettere tutto il loro impegno e le loro energie al servizio della città. È stato letto anche un messaggio del commissario Calvosa che invita i candidati a una campagna sobria, cui Marraffa ha deciso di aderire e ha invitato i propri candidati consiglieri a fare altrettanto. «Chiediamo scusa alla città per il fastidio che le daremo in questi trenta giorni» ha detto Marraffa «comunque non sporcheremo i muri negli spazi che non ci sono stati assegnati né sporcheremo per terra cn volantini». La propaganda elettorale consigliata è stata quella "porta a porta": «Dovete andare da tutti quelli che conoscete e dire che siete candidati con quel pazzo fottuto [sic] di Michele Marraffa, un pazzo che vuole cambiare Martina», ha detto il candidato sindaco, ripetendo anche il concetto: «siate folli, siate voi stessi».

mercoledì 11 aprile 2012

Un futuro di immondizia: un viaggio tra TARSU, differenziata e raccolta dei rifiuti

     Se la Valle d'Itria è un bel posto, non lo è certo per le cure di buona parte dei suoi abitanti. Nel territorio comunale di Martina ci sono oltre 120 discariche abusive, in pratica una ogni due chilometri quadrati e mezzo dei suoi 295 kmq; una densità dell'immondizia simile a quella di Cisternino e Locorotondo, molto più virtuose anche perché i loro circa 50 kmq di territorio comunale sono controllabili più facilmente. Alberobello, poi, non ne parliamo: un gioiellino. Non solo nel suo territorio comunale pare non ci siano discariche abusive, ma ha un tasso di raccolta differenziata del 24,45% nel mese di dicembre 2011 che, se rapportato al 4,14% dello stesso mese a Martina Franca  deve far riflettere.

     Quanto ci costa la spazzatura? Quanto si potrebbe risparmiare con la differenziata e come mai le aziende non la propongono se possono guadagnarci? Siamo andati a verificare i dati forniti dalla Regione Puglia e dagli Ambiti Territoriali Ottimali: ATO BA5 per Locorotondo e Alberobello, ATO TA1 per Martina Franca e BR1 per Cisternino. Ecco i dati (in chili):


Martina Franca
Alberobello
Locorotondo
Cisternino
Differenziata
1.046.210
1.018.345
1.192.750
1.044.670
Indifferenziata
23.483.450
3.802.457
5.822.835
4.398.140
Totale RSU
24.529.660
4.820.802
7.015.585
5.442.810
% differenziata
4,265 %
21,124 %
17,001 %
19,194 %
Produzione pro capite di rifiuti al mese
41,636
36,755
41,679
37,634


     Quasi ogni comune differenzia circa 1000 tonnellate di rifiuti, principalmente carta vetro e alluminio; la plastica è spesso gettata nell'indifferenziata. La produzione di altri rifiuti è molto più alta a Martina che altrove: 23.483 tonnellate di immondizia vengono smaltite a 100 euro l'una, a spese del contribuente, presso la discarica di Massafra, mentre la raccolta differenziata viene portata al centro di selezione di Altamura, dove l'immondizia è separata e riutilizzata. Quest'ultima non pesa sul contribuente, ma rappresenta un guadagno netto per la Tradeco, che in pratica "vende" la differenziata. Come mai allora l'azienda non lancia una campagna in grande stile per la raccolta differenziata, né fornisce servizi migliori - cassonetti, raccolta porta a porta, etc? Se si raggiungesse l'obiettivo stabilito dalla legge nazionale di arrivare al 65% di raccolta differenziata, è plausibile che la TARSU si abbassi altrettanto. Invece, nulla, o quasi.

     Nei mesi scorsi le uniche iniziative degne di nota sono state promosse da ragazzi e associazioni. Martina 3 con le "giornate dell'ambiente" ha ripulito un paio di discariche abusive insieme al SER Martina e al comitato La speranza mai si Verde; l'associazione Un'altra Martina sta portando avanti la campagna "Differenti o deficienti" per invogliare alla differenziata facendo leva sul lato economico del problema.

     A Locorotondo il sindaco Scatigna e l'assessore all'ambiente Giusi Convertini hanno presentato, non più di due settimane fa, un incontro con la popolazione per parlare del nuovo sistema di raccolta rifiuti, che prevede una mossa drastica come l'eliminazione dei cassonetti dell'immondizia. Questo perché il costo dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati ha raggiunto i 120 euro per tonnellata. Un costo più alto di quello pagato a Martina. Un tema interessante, quindi, ma i presenti erano pochi. Eppure la TARSU la paghiamo tutti (anche se è stata abolita nel 1997 e prorogata solo fino al 31/12/2009, ma questa è un'altra storia).

Turisti delusi: ecco come Martina Franca perde una possibilità di crescita

     «I’m very disappointed». Sono molto delusa. Questo è il giudizio di una turista londinese in visita a Martina Franca. Giudizio, si badi bene, rivolto non alla città ma ai suoi servizi turistici. Stiamo parlando di una famiglia numerosa in vacanza, con fratelli, zii e nipoti che ha deciso di passare le vacanze in valle d’Itria affascinata dall’idea di vedere i trulli e scoprire il vino locale e piatti tipici, ma che non è riuscita a trovare una guida turistica che parlasse in inglese, né un ufficio di informazioni turistiche aperto. Un gruppo di turisti stranieri che non sa se ci siano dei musei da visitare, a quale costo e in che orari, non sa se la Basilica di San Martino fosse aperta ai turisti o meno, non ha ricevuto consigli su ristoranti che potessero offrire piatti tipici, ha avuto difficoltà a trovare dei negozi di souvenir, fino a tornare tre volte nello stesso negozietto di Locorotondo per sperare di trovarlo aperto.

     «I trulli sono bellissimi», così ci hanno detto. Turisti felicissimi di poterci soggiornare dentro, che però non sanno cosa vedere in giro né cosa fare per avere dei souvenir. Per questi era stato dato loro un consiglio: di andare a Martina Franca mercoledì perché c’è il mercato (!). Si aspettavano un mercatino per turisti, un luogo dove poter comprare ricordini, e invece hanno trovato – oltre alla pioggia – normalissime bancarelle. Nel loro agriturismo hanno trovato due vecchie brochure, di cui solo una in un inglese incerto, che pubblicizzavano un ristorante di Alberobello e una trattoria di Locorotondo, senza che però accennassero né ai prezzi, né a menù turistici o ai piatti tipici della zona. Non avevano idea di cosa si potesse visitare a Martina: sono stati attirati dal centro storico, ma non sapevano che ci fosse un palazzo ducale con sale affrescate del settecento, né noi, in tutta onestà, abbiamo saputo dire quali fossero gli orari di apertura al pubblico, né se ci fossero delle visite guidate nel pomeriggio.

     L’impressione che abbiamo avuto è che i turisti che capitano a Martina arrivino quasi per caso. Sempre più infatti chi passa per la nostra città non fa parte di gruppi organizzati, ma si muove a gruppetti di parenti o amici, piccoli nuclei familiari con figli e nipoti che intendono passare una vacanza rilassante, lontani dal caos delle metropoli. Sono attirati da una enogastronomia che è però poco sviluppata, così come dall’aspettativa di trovarsi in un posto ricco di storia e cultura a causa dei trulli. Questi ultimi suscitano curiosità e interesse soprattutto nei più piccoli, e in molti, prima di passare per Alberobello, credono che i trulli siano abitazioni arcaiche, non in uso, e sono estasiati dall’idea di poterci soggiornare. Quando passeggiano per le vie dei centri storici, i turisti stranieri sono attenti a non perdersi per i vicoli e cercano una zona dove trovare negozietti pieni di souvenir per qualche ricordino, come a Ostuni e Alberobello. Se Locorotondo e Cisternino sono più piccole, e i negozietti del centro sono tutto sommato vicini tra loro, a Martina non ci sono quasi più i negozi in corso Vittorio Emanuele, che pure rappresenta la strada principale di passeggio per chi, dai pressi dello Stradone, cammina fino ad arrivare al Caffè Tripoli.

pannello informativo a La Lama
     Quanto è attrattiva Martina per un turista che viene dall’estero e non sa cosa lo aspetta? Cosa fa la città per ottenere denaro dai turisti? Quali servizi offre? Queste sono le domande semplici, di base, da cui si deve partire se si vuole che il turismo diventi un motore per l’economia locale. In passato qualcuno ha avuto l’idea di mettere dei pannelli esplicativi davanti ad alcuni palazzi, con testi in italiano e inglese e qualche foto. Ora, a parte il fatto che molti turisti non se ne sono accorti perché non c’è qualcosa che da lontano faccia capire che ci sono delle informazioni, sapete che fine hanno fatto? Molti sono rotti, alcuni quasi divelti dalla strada, altri coperti da piante ornamentali o da spray colorati. Provate ad andare vicino a La Lama, su via Mercadante: uno spaccato bellissimo del centro storico martinese, dove di uno di questi pannelli rimane solo un pezzo del plexiglass sul quale era stato stampato. È un buon esempio di come sia oggi la situazione del turismo a Martina.

     Ai turisti incontrati abbiamo voluto chiedere: ritornerete? «Si, ci piacerebbe» hanno risposto «ma vorremmo un po’ più di organizzazione».

sabato 7 aprile 2012

Pasqua a Martina: tradizioni della Settimana Santa

La Settimana Santa inizia con la domenica delle Palme, durante la quale si benedicono i rami di ulivo da scambiare con amici e parenti. Tradizione vuole che i rami posti il più vicino all’altare, e quindi benedetti per primi, siano ritenuti più efficaci nel portare protezione ai luoghi o alle persone ai quali erano destinati. Le palme, in segno di buon auspicio, si posizionavano dietro ad ogni porta, sopra le immagini sacre, sul capezzale del letto. La benedizione delle Palme avveniva a Martina in due momenti: una prima funzione si svolgeva alle quattro di mattina nella chiesa di San Martino per “l’ommenə de fòrə”, mentre una seconda veniva ripetuta a metà mattina in modo più solenne in tutte le altre chiese.

Grande partecipazione riscuoteva un rito del Mercoledì Santo: “lə tri̭mulə” cioè la rievocazione del terremoto che scoppiò sul Calvario nel momento in cui il Crocifisso esalava l’ultimo respiro. Questo veniva ricordato dai fedeli presenti in chiesa battendo piedi e mani sui banchi di legno, spostando con violenza sedie e inginocchiatoi, facendo un gran rumore.

Il Giovedì Santo si visitano i sepolcri. Tradizione vuole che le visite alle varie chiese siano di numero dispari e che durante la visita dell’ultima chiesa si entri e si esca due volte da essa per liberarsi dal malocchio.

Durante la messa dell’Ultima Cena si suonano per l’ultima volta le campane, che restano mute fino al momento della Resurrezione. A tal fine si “attaccàvənə lə campènə”, cioè si legavano le corde delle campane per evitare che qualcuno violasse il divieto. Al posto loro per avvisare i fedeli delle funzioni si usavano “lə turnacculə”, le troccole. Al mattino del Venerdì Santo veniva celebrata la “messa scerrètə”, di breve durata, perché priva dell’Eucarestia. Il momento culminate di tutta la Settimana Santa è la processione dei Misteri, istituita a Martina nel 1716. I gruppi di statue che sfilano tradizionalmente sono otto, in ordine di uscita: Cristo nell’Orto degli Ulivi (Cri̭stə a lə Palmə), Giuda (u ‘nfamònə), la Flagellazione (Cri̭stə a culònnə, mentre i due aguzzini che flagellano Gesù sono detti faccəvìrdə), l'Ecce Homo (la figura di Pilato viene chiamata in dialetto Caifàssə, quella del suonatore di trombetta ha il soprannome di Marti̭nə lə cə̀cərə), La Veronica, il Calvario, Cristo Morto, (Cri̭stə Murtə) l’Addolorata (Addulurètə).

Una nota merita la statua di Giuda, che fu introdotta a fine ottocento dal sacerdote Felice Marinosci, con l’intento di esporre al pubblico disprezzo la figura del traditore per eccellenza. Il passaggio di tale statua suscitava ogni sorta di reazione: insulti, bestemmie, lancio di sassi, ragione per la quale per diversi periodi è stata sospesa la sua uscita per evitare che fosse turbata la solennità della sacra rappresentazione. Da sottolineare che a Martina, a differenza di quanto accade a Taranto, dove per acquisire il diritto di portare le statue si versano cospicue somme di denaro, i portatori di statue non pagano alcuna somma. Anzi, dalla fine degli anni ’70 fino al 1992 sono stati pagati i portatori di quelle statue che non incontravano il favore dei confratelli, cioè Giuda, la Flagellazione, l’Ecce Homo.

Un rito scomparso da tempo ma che era presente anche a Martina è quello dei “cirenei” e dei “flagellanti”. I primi erano dei penitenti che ricordavano Simone di Cirene, l’uomo che fu obbligato dai romani a portare la croce di Gesù sul Golgota, e aprivano la processione portando addosso pesanti croci costruite da essi stessi. I flagellanti invece si percuotevano il corpo seminudo con grosse funi.

Il sabato Santo arrivava il momento della gioia, che veniva chiamato “sparà a vulòrjə”, ovvero sparare alla gloria. Difatti, al momento della proclamazione della Resurrezione, al suono delle campane a festa, esplodeva la gioia che metteva fine al periodo della penitenza. Nelle strade si facevano scoppiare mortaretti, mentre alcuni cacciatori impallinavano le quarantène appese nei vicoli. La prima operazione che si compiva una volta tornati a casa dalla messa era quella di “caccià u diavolə”, che consisteva nello sbattere le porte delle stanze, degli armadi, degli stipi, scopare dall’interno delle stanze verso la strada, per far allontanare il diavolo dalle proprie abitazioni.

Il giorno di Pasqua per festeggiare si usava anche “sci̭ candà all’ovə”: i ragazzi si divertivano ad andare per case e masserie a chiedere in dono delle uova, simbolo di fecondità e rinascita, cantando ritornelli come questo, messo in rete tempo fa da un gruppo di martinesi e che vi ripropongo:

Un ultimo rito si compiva il giorno dopo, cioè il Lunedì dell’Angelo, caratterizzata dalla scampagnata in compagnia di amici e parenti per trascorrere ore piacevoli all’aperto, in mezzo alla natura. Andare nei boschi si diceva “sci̭ prucà u murteciddə” cioè “andare a seppellire il morticino”, perché in tempi remoti spesso si andava a mangiare presso le tombe dei propri defunti.

venerdì 6 aprile 2012

A quanto ammonterà l'IMU? Ecco come calcolarla

     IMU, questa è la nuova preoccupazione di molti italiani. Ciò che preoccupa è che si dovrà pagare, ma non è chiaro né quanto né come. Questo spaventa più di ogni cosa. L’IMU si applica sul possesso degli immobili, inclusa l’abitazione principale, la cosiddetta “prima casa”. L'Imposta Municipale Unica non è solo il ritorno della vecchia Ici, ma una sorta di supertassa nella quale confluiranno le imposte comunali sulla prima casa, quella sulla spazzatura e sui servizi comunali. Per questo ogni comune potrà avere una IMU differente.

     Come si calcola l'IMU?
Il governo Monti ha stabilito che che il primo pagamento dell'IMU per l'anno d'imposta 2012 avverrà tramite un acconto da pagare entro il 18 giugno e una cifra finale in data da stabilire. Per sapere quanto dovremo sborsare è necessario conoscere il valore della rendita catastale degli immobili in nostro possesso, la loro percentuale di possesso e l'eventuale presenza di figli a carico sotto i 26 anni di età. Il valore dell'IMU cambierà a seconda dell'aliquota stabilita: quella sulla prima casa è fissata allo 0,4%, mentre per gli altri immobili è allo 0,76%, ma essendo un'imposta comunale c'è un margine di discrezionalità riservato ai sindaci dello 0,2% in più o in meno. Non solo: entro il 31 luglio, a quanto pare, il governo è intenzionato a rivedere le aliquote di base (si teme al rialzo), così che le amministrazioni avranno tempo fino a settembre per modificarle.


     Cosa accadrà in Valle d'Itria?
Uno dei timori più diffusi è l'impatto dell'IMU sui terreni agricoli. Un territorio come la Valle d'Itria, densamente abitato, registra un numero altissimo di case di campagna che fungono spesso da seconda casa per chi abita nei centri principali. Trulli e villette sono accatastati spesso insieme a terreni agricoli, o come "fabbricati agricoli ad uso strumentale": la loro superficie potrà far salire il conto finale a un prezzo molto salato. Il DL 16/2012 prevede l'esenzione di stalle, cascine e fabbricati rurali, ma solo oltre i 1000 metri di altitudine. Per chi coltiva un po' di terra, come ad esempio i piccoli vigneti condotti da tenaci agricoltori, l'IMU può diventare una mazzata terribile: un ettaro "di tipo seminativo irriguo" può arrivare ad avere una rendita catastale fino a 10-12.000 euro.

     Mentre a Martina e Alberobello l'IMU non è ancora parte di discussioni elettorali o di promesse da parte dei futuri sindaci di abbassare anziché aumentare quello 0,2%, a Locorotondo la giunta Scatigna ha avuto una idea apprezzabilissima: il Comune ha infatti annunciato che metterà online, sul proprio sito web, un software gratuito per il calcolo dell'IMU in base a quelli che saranno i parametri locali, così che ogni cittadino locorotondese possa sapere in anticipo quanto dovrà sborsare alle casse comunali. Non è molto, forse, ma si apprezza comunque la chiarezza e la trasparenza dell'iniziativa.
In attesa che gli altri comuni vicini possano prendere spunto e copiare l'idea, diamo un consiglio: su www.calcoloimu.it potrete usare un software gratuito per calcolare quanto dovrete pagare.

giovedì 5 aprile 2012

Ma ai portici si può parcheggiare o no?


     Se due più due fa quattro, non può fare due. O sei. Se il centro storico di Martina Franca è una ZTL (zona a traffico limitato) ed è vietato parcheggiare tutti i giorni dell'anno, allora è inutile dire che «Dalle ore 23:00 del 5 aprile 2012 alle ore 4:00 del 6 aprile 2012» è vietato sostare in Piazza Maria Immacolata, via Cavour e vico II Cavour. Eppure è quello che dice il cartello di divieto di sosta e rimozione forzata posto dai vigili urbani, con la motivazione «per processione Addolorata».
     Quando stamani ho visto questo cartello mi sono chiesto: ma allora io, volendo, potrei parcheggiare sotto i portici di Piazza Maria Immacolata negli altri giorni? Le auto parcheggiate adesso non rischiano una multa? Si, lo so, le multe paiono essere un optional.
Il cartello di divieto
     In questi giorni sono apparsi, con le rondini, i primi gruppetti di turisti tedeschi, riconoscibilissimi dalle polo a mezze maniche e dai calzini bianchi nei sandali di cuoio. In piccoli gruppetti familiari si aggiravano curiosi tra lo stradone e il bar Tripoli, ma esitavano a fare delle foto ai portici. Sarà perché fare le foto a un gruppo di auto non è piacevole? Se l'unico modo di impedire un parcheggio selvaggio è quello di avere una processione, allora ben vengano; possibilmente, organizzandole la mattina dalle 10:00 alle 12:30 e il pomeriggio dalle 16:00 alle 20:00. Un suggerimento ai candidati: se si regola il traffico e il parcheggio facendo rispettare le regole che già esistono, senza ribadirle inutilmente, forse potremmo passare dalla processione dell'Addolorata alle processioni di turisti.

Assenti eccellenti nelle amministrative a Martina

     Sono assenti eccellenti nelle elezioni amministrative 2012 tutti gli ex-candidati a sindaco del 2007, cioè Franco Palazzo, Giandomenico Bruni, Anania Chiarelli, Pasquale Lasorsa. Assenti anche alcuni degli esponenti più suffragati, come Paolo D’Arcangelo, Mario Caroli, Mino Marzulli, Rosanna Strippoli, Michele Di Re, Vitantonio Zizzi, Giustino Caroli, Arcangelo Serio, Francesco Caramia, Antonio Morelli, Luigi Carmine Chiarelli, Antonietta Consoli, Antonio Curia, Maria Miali, Francesco Convertini, Pino Guarini, Antonietto Castellana, Giandomenico De Tullio, Massimo Barnaba, Donato Ancona e altri. Basta scorrere questi nomi – che casualmente sono proprio 24 – scoprire i voti che hanno ottenuto nelle elezioni del 2007 e fare un rapido confronto con le liste presentate dai vari partiti per accorgersi che difficilmente qualcuno può vantare una lista in cui ogni candidato può portare centinaia di voti.
     Resta da capire poi se gli assenti eccellenti si siano ritirati dalla politica attiva martinese per i prossimi cinque anni o meno. Certo è che in questi giorni molti di loro (tutti) stanno ricevendo numerose telefonate da parte di amici e compagni che invece si sono candidati per cercare di ereditare o di spartirsi pacchetti di voti. Conviene però ricordare ai candidati che i travasi di voti non riescono mai come si vorrebbe: è come cercare di portare acqua con un colino. La cosa ricorda un po’ quel film di Alberto Sordi, il medico della mutua, quando i medici dell’ospedale si accalcavano attorno al moribondo dottor Bui per spartirsi i suoi 2300 mutuati: ecco il link su youtube.

mercoledì 4 aprile 2012

Liste elettorali a Martina Franca

     Per chi fosse curioso di vedere chi c'è e chi no, Massimiliano Martucci ha pensato bene di mettere online su slideshare le liste elettorali presentate ieri, dove sono elencati i candidati per nome, cognome luogo e data di nascita:

Buona lettura!

P.S.: il Donato Pentassuglia nato a Locorotondo il 4 agosto 1960 e candidato del Mpa che sostiene Michele Muschio Schiavone NON è il consigliere regionale omonimo, che è nato sì a Locorotondo, ma il 21 ottobre 1967.

Su liste, listini e listoni

     Ieri pomeriggio, finalmente, sono state consegnate le liste dei partiti all'ufficio elettorale del comune di Martina Franca. Un po' di numeri: ne sono state presentate 16, con 372 candidati consiglieri che sostengono sei candidati sindaci. Per la precisione, sono 14 da 24 candidati più due liste da 18 - quella dell'Udeur e di Federazione della Sinistra, che vede messi insieme Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista (l'avreste immaginato che riuscissero a tornare d'accordo?). Poche le sorprese, ma non sono mancati i conteggi fatti a mente dai politici nel vedere le reciproche liste su quanti voti avessero preso esponenti già noti, quanti ne potrebbero prendere in questa tornata elettorale e valutazioni più o meno arbitrarie su chi si presenta per la prima volta.
     Si affollavano commenti come «Hanno una lista forte, un listone» oppure «Ma dove pensano di andare, con questi non prenderanno voti», uniti a vari «Ma chi è questo qui?» quando leggevano nomi non noti. C'era una atmosfera da calciomercato, o da borsa valori, in cui si sono rincorse quotazioni al rialzo («lo votano nelle campagne, ha un feudo») oppure al ribasso («prima poteva portare voti, ma adesso non più»). Ero lì mentre i delegati dei partiti si alternavano davanti al segretario comunale per consegnare faldoni enormi di documenti, autorizzazioni, fotocopie delle carte d'identità, dei programmi elettorali timbrati e bollati, e quando mi è capitata la lista dell'Udeur con 18 nominativi, su un modulo dove i numeri dal 19 al 24 erano seguiti da caselle bianche sbarrate, non ho resistito a chiedere a Pietro Chiarelli perché la lista non fosse completa. Con un sorriso bonario mi ha risposto: «Perché è inutile candidare ventiquattro persone se noi stiamo collaborando all'interno di una coalizione». La cosa avrebbe un senso, se non fosse che il 13 marzo lo stesso Chiarelli, in un'intervista a Cronache Martinesi sosteneva: «La lista la facciamo e per intero». Questo è il link all'articolo.

Tornando ai numeri, questo è l'elenco delle liste suddivise per candidato:
Sostengono la candidatura a sindaco di Franco Ancona: Pd (24), Idv (24), Sel (24), Puglia per Vendola (24) e Federazione della Sinistra (18), per un totale di 114 candidati;
Sostengono la candidatura a sindaco di Michele Muschio Schiavone: Udc (24), Movimento per le autonomie (24) Alleanza per l'Italia (24) e Udeur (18), per un totale di 90 candidati;
Sostengono la candidatura a sindaco di Michele Marraffa: Pdl (24), Idea Lista (24), La Puglia prima di tutto (24), per un totale di 72 candidati;
Sostengono la candidatura a sindaco di Leo Cassano: La Destra (24) e Alleanza di Centro (24), per un totale di 48 candidati;
Sostiene la candidatura a sindaco di Francesco Mariella la lista Io Sud/Partito italiano dei consumatori con 24 candidati;
Sostiene la candidatura a sindaco di Raffaella Spina la lista Cambiamo Martina con 24 candidati.

lunedì 2 aprile 2012

Museo dell'Olio d'oliva di Alberobello

Domenica 1 aprile, in via Verdi 7, è stato aperto un piccolo museo ad Alberobello: il museo dell'olio d'oliva. «Un modo intelligente per rimanere in contatto con le nostre tradizioni», ha affermato durante l'inaugurazione Alberto Lippolis, assessore alla cultura di Alberobello. All'interno del museo sono esposti una serie di pannelli illustrativi sulle varie qualità di olive e sui modi di produzione dell'olio, così come una piccola collezione di attrezzi per la molitura di metà ottocento, usati dai nostri nonni. C'è una macina di pietra, vari attrezzi usati per la torchiatura e per la raccolta, come i piccoli rastrelli che servivano a "pettinare" i rami e far cadere le olive. Il turismo museale è un elemento che non dovrebbe essere sottovalutato nel nostro territorio. Qui non si tratta di ricreare gli Uffizi o il Guggenheim, ma di far conoscere ai ai turisti - e in parte anche a noi - le qualità di un prodotto importante della nostra terra. Non possiamo pensare che chi passi per le nostre terre possa andare via ignorando l'importanza che gli ulivi, spesso colossi secolari, hanno avuto e hanno tuttora nell'economia, nell'alimentazione, nella cultura.

Cos'è la Valle d'Itria?

Questa è una terra di paradossi. Si chiama valle, ma non è in montagna. È un territorio collinare, però senza colline. È qui che nascono i trulli, che nessuno, fino a qualche decennio fa, chiamava con questo nome. Casedde, così erano noti. Piccole case. Case di campagna, create utilizzando le pietre che abbondano nel terreno carsico e ricco di grotte. Il territorio della Valle d'Itria coincide, a voler essere proprio stretti nella sua definizione, all'avvallamento tra Martina Franca, Locorotondo e Cisternino. praticamente, con il punto d'incontro tra le province di Taranto, Bari e Brindisi. Se ci si vuole allargare, invece, è una fascia dell'altopiano delle Murge: quello con i versanti più scoscesi, più ripidi. Volendo tracciare un territorio definito, si parte a nord dai costoni rocciosi della Selva di Fasano, che passando per Laureto finiscono a Ostuni. Qui il territorio discende seguendo grossomodo i confini comunali, passando per la grotta di Figazzano, e arrivando a sud fino a Specchia Tarantina. Da qui, passando per Masseria Lupoli, si continua per l'Orimini fino ad arrivare al bosco delle Pianelle, e poi, puntando a nord, verso Masseria Mongelli, per arrivare a includere Alberobello, Coreggia e chiudere il cerchio ideale alla Selva di Fasano. Sono i territori dei comuni di Martina, Alberobello, Locorotondo e Cisternino, ma anche, in minima parte, di Fasano, per la Selva, di Castellana Grotte, per l'enclave della contrada San Lorenzo nel territorio alberobellese, e soprattutto di Ostuni. Bisogna ricordare che Contrada Difesa, tra Martina e Cisternino, appartiene a quest'ultima, ma porta ancora il nome di Difesa di Ostuni.